Lunedì 20 Maggio 2024
LARA FERRARI
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Ryan Reynolds sfida la morte in 'Self/Less': "Che vita sarebbe se avessimo più tempo?"

Esce oggi lo sci-fi 'Self/Less' con Ben Kingsley e Ryan Reynolds. L'interprete di 'Deadpool': "Il trasferimento delle coscienze potrebbe essere attuato in futuro e la cosa mi terrorizza"

Ryan Reynolds in Self/Less

Ryan Reynolds in Self/Less

Roma, 11 settembre 2015 - La morte ci coglie sempre impreparati. "E' perché siamo programmati per vivere il più a lungo possibile", sostiene lo sceneggiatore Alex Pastor, che ha scritto Self/Less, da oggi nelle sale italiane. Vero, ma questa vita ha un termine, solo che noi non sappiamo quando sarà. Il nuovo film di Tarsem Singh, regista visionario di The Cell, vede lo straordinario Ben Kingsley e il divo sempre più in ascesa Ryan Reynolds, protagonisti di uno sci-fi molto ambizioso, che indaga le possibilità offerte all'uomo di posticipare sempre più in là il momento del trapasso. Nessuna scienza è riuscita ad arrivare a tanto, ma siamo molto più vicini di quanto immaginiamo. Si affacciano infatti scoperte clamorose. Nel film vediamo Damian, milionario in fin di vita che incontra Albright, capo di un’organizzazione segreta, il quale gli offre l'opportunità di mettere in scena una finta morte per coprire quello che in realtà è solo un trasferimento da un corpo a un altro (shedding). La sua coscienza si trasferisce nel corpo di un uomo in piena salute e molto più giovane di lui. Quest'uomo è Ryan Reynolds. 

Il tema dell'avere più tempo, soprattutto per il personaggio di Ben Kingsley, è qualcosa che ti interessa? Come ti poni rispetto a questo argomento ? "Non mi interessa tanto l'idea di avere più tempo, quanto di sfruttarlo al meglio. Per me è facile dirlo a 30 anni, ma credo che a 80, 90, con una lunga lista di rimpianti alle spalle, si desideri avere più tempo per riparare agli errori. Sì, credo che sia un desiderio di molti e l'idea accattivante del film è che tutti, prima o poi, ci chiediamo come sarebbe se avessimo più tempo, se vivessimo in eterno, se avessimo un'altra possibilità".

Abbiamo notato che a lei piacciono le storie non tradizionali, condite con un po' di fantascienza, o elementi che esulano dalla narrativa convenzionale. Che cosa l'attrae veramente ? "Non saprei. Ho sempre amato i personaggi caratterialmente bizzarri. Amo Hitchcock, amo il fatto di non sapere se ci sarà un lieto fine, mi piace che ci sia sempre tensione nella trama. Quando abbiamo iniziato il film, non sapevamo cosa aspettarci e questo mi piace. Mi piacciono le situazioni impossibili. Prenda Prigionieri dell'oceano di Hitchcock. Come hanno fatto ad ambientare un film su una barca ? Lo stesso vale per Buried. Tutto il film si svolge in  una bara, in un unico spazio. È questo che mi piace, le situazioni difficili, dove bisogna dare il massimo".

Com'è stato lavorare con un regista di cui conosce il lavoro precedente e che in questo film ha tentato una strada nuova ? "Per me è stato entusiasmante. Credo che tutti in questo ambiente apprezzino l'opportunità di crescere e fare qualcosa di diverso. Mi piaceva l'idea che Tarsem fosse un esperto di film d'azione, e mi piace l'aspetto thriller di questo film. Ma lui è anche una persona sensibile, con cui è facile parlare, molto dentro alla storia, ai personaggi e questo è importante".

Questo film parla anche di rimpianti e del tentativo  di rimediare agli sbagli. Com'è stato recitare un ruolo del genere in questo film? "Sai, a me piace questa idea. Credo che ci voglia una certa arroganza. Questo personaggio che è interpretato da Ben Kingsley, vive su un piano così elitario che è convinto di poter usare i suoi soldi e la sua influenza per sfuggire alla selezione naturale. Ci vuole una certa dose di coraggio per essere un uomo così".

Com'è stato essere Damian e contemporaneamente il padre di un'attrice come Michelle Dockery e di una bambina? "È stato bello. Sono un grande fan di Michelle Dockery. La adoro come persona e come attrice. Adesso ho una figlia, non ce l'avevo ancora durante la lavorazione del film. Avere una figlia nel film ha un po' anticipato le cose. Ho sempre desiderato dei figli, quindi è stato facile relazionarmi con loro".

Com'è stato il rapporto con Ben Kingsley? "In realtà, abbiamo una scena insieme. Ma è una scena in cui nessuno dei due parla. Abbiamo passato del tempo insieme, e lui è una leggenda, è uno degli attori più talentuosi che abbia mai conosciuto. È stato bello lavorare con lui, o anche solo stargli accanto nella fila per il pranzo".

Cosa c'è nel film che permette al pubblico di restare inchiodato a questa realtà, anche se non è la realtà? "Credo che Tarsem sia molto bravo nel creare dei mondi e in questo film ha dovuto creare un mondo dove questo tipo di scienza fosse esattamente come ce l'aspettavamo. Inoltre l'argomento che tratta non è così inverosimile. L'idea del trasferimento della coscienza è assolutamente convincente ed è spaventosamente vicina alla sua attuazione. Probabilmente si realizzerà presto e la cosa mi terrorizza"

Come ti sei preparato per interpretare Damian e l'altro personaggio durante la loro evoluzione ? "È stato difficile a causa di questa dualità, di questa lotta tra due coscienze all'interno della stessa mente. In ogni scena dovevo essere consapevole di entrambe. Fisicamente è Mark, ma emotivamente e in ogni altro senso, è Damian".