Mercoledì 24 Aprile 2024

Masters: Spieth vittoria da record

Il giovane americano ha dominato il torneo eguagliando lo score più basso ad Augusta con -19. Grande recupero di McIlroy, quarto al termine, e buon torneo di Tiger, dodicesimo

Jordan Spieth

Jordan Spieth

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EPILOGO: Nessun colpo di scena, nessun clamoroso tentativo di rimonta. Jordan Spieth ha tirato dritto come un lungo treno merci americano senza permettere agli avversari di avvicinarsi. Mai meno di tre colpi il suo margine, distanza più che di sicurezza. All'ultima buca si è pure permesso un bogey che lo ha fatto scendere a -18, record di score più basso nella storia del torneo alla pari con Tiger Woods del 1997. E poi recordo di score più basso nei primi tre giri e al comando dall'inizio alla fine, come Raymond Floyd nel 1976. Nel 1997 Woods staccò tutti di 12 colpi, alla fine il margine di Spieth su Mickelson e Rose è stato di quattro. E chissà cosa avranno pensato i due che, giocando un Masters di grandissimo livello e alto tasso di spettacolarità, si sono ritrovati a non poter mai veramente competere per la vittoria. 

L'amaro più grande sarà quello di Rory McIlroy che ha iniziato a giocare al suo livello stellare dopo le prime 27 buche quando, con un parziale di +3, di trovata addirittura fuori dal taglio. Nelle sucessive 45 buche il parziale dell'inglese numero uno al mondo è stato -15 e il rammarico è innegabile. Ci sarà tantissimo tempo per nuove sfide e si preannuncia un periodo di dualismo avvincente. I due sono giovani, giocano bene e hanno "visi puliti", che non guasta. 

La sensazione è quella che gli americani possano aver trovato il nuovo Tiger. Il Fenomeno, che ha concluso al 17° posto, ha lasciato vedere aspetti positivi specie nei due turni centrali quando ha realizzato un 69 e 68. Ai margini due volte 73 colpi ma la sensazione è che sia chiaro su quale aspetto bisogni concentrare il lavoro: il tee shot. Tiger deve riuscire a rimanere in pista con il primo colpo perché intorno al green e con il putter il livello è eccelso. Ora però tornare a vincere i tornei che contano sarà ancora più difficile.

TERZO GIRO: Spieth sembrava destinato a una passeggiata nel giro conclusivo e invece, proprio alla 18, un doppio bogey hanno ridotto a quattro i colpi di vantaggio su Justin Rose. L'americano è incappato in qualche inusuale errore nel corso del moving day. Parziale di un colpo sotto il par nelle prime 9 buche (3 birdie e due bogey) replicato in quelle di rientro. I birdie alla 12, 13, 15 e 16, nonostante il bogey alla 14, sembravano presagire il solito giro tra i migliori della giornata. Poi il doppio bogey lo ha fatto scendere a quota -16 ravvicinando l'inglese Rose, già in club house. Epilogo diverso per il 34enne che, dopo aver concluso le prime 9 buche in par (due birdie e due bogey), ha realizzato cinque birdie nelle ultime sei buche salendo a -12.

Sei colpi erano un vantaggio rassicurante, anche se nel 1996 Nick Faldo conquistò il suo terzo Masters rimontandoli nel giro finale a Greg Norman, ma anche quattro sono un grande margine. I due potranno studiarsi tenendo un occhio al leaderboard con particolare attenzione a Phil Mickelson che li segue a -11. Se il mancino di San Diego dovesse ripetere la partenza del terzo giro, tre birdie nelle prime quattro buche e 32 colpi al giro di boa, la pressione aumenterebbe notevolemente per i primi. Lefty ha concluso in 67 colpi, come Rose, con il secondo bogey di giornata alla 17, dopo quello alla 11, e altri tre birdie (13, 15 e 16). Charlie Hoffman è sceso al quarto posto con -10. 

Al quinto posto, a quota -6, cinque giocatori. Tra loro c'è Tiger Woods che con un giro in 68, ha decretato il proprio ritorno ad alti livelli. Dopo il giro iniziale in 73, il fenomeno ha alzato il proprio livello con un parziale in 69 seguito dal 68. Anche Tiger ha realizzato tre birdie nelle prime quattro buche e uscito in 32. Poi, nel rientro, qualche tee shot sbagliato ma anche tanti solidi colpi al green. Due birdie e altrettanti bogey, il secondo proprio alla 18, ne hanno fissato lo score in 68 proprio come Rory McIlroy che lo affianca. Il numero uno al mondo è incappato in due bogey alla 16 e alla 18 che gli hanno impedito di concludere un giro perfetto. Insieme ai due ci sono Dustin Johnson, che è incappato in una giornata no in 73 colpi, Kevin Streetman e Kevin Na. 

SECONDO GIRO: Jordan Spieth non ha fatto una piega e, con un giro in 66 colpi, sale a quota -14 stabilendo il nuovo record del punteggio più basso in assoluto al termine dei due giri. L'americanino ha superato di un colpo il primato che Raymond Floyd aveva stabilito con 131 (65 66, -13) nel lontano 1976.

«Fare un record al Masters - ha spiegato - è sempre qualcosa di incredibile. Sono veramente entusiasta dei miei primi due giri, del modo in cui ho colpito la palla e del mio atteggiamento in campo. Un solo bogey in 36 buche su questo magnifico percorso è gran cosa. Prendo i green con regolarità e imbuco sia putt lunghi che corti. Però siamo solo a metà strada. Rispetto allo scorso anno, quando non sono riuscito a sfruttare al meglio la mia posizione di leader insieme a Bubba Watson dopo tre turni, ho imparato ad avere pazienza. Mi auguro di poter nuovamente avere la stessa chance»   Charley Hoffman, pur essendosi difeso bene, ha mantenuto la seconda posizione, ma il suo ritardo è di cinque colpi, e ne accusano sette Dustin Johnson e gli inglesi Paul Casey e Justin Rose, terzi con 137 (-7), otto Phil Mickelson, sesto con 138 (-6), e nove il sudafricano Ernie Els, settimo con 139 (-5).   Tiger Woods è risalito di 22 posizioni sino al 19° posto con -2 totale, grazie a un buon giro in 69 colpi. L'ex numero uno al mondo ha realizzato 4 birdie e un bogey con alcuni colpi spettacolari, come una volta. Lo affiancano Bubba Watson, campione uscente, Patrick Reed, lo spagnolo Sergio Garcia e il nordirlandese Rory McIlroy, numero uno mondiale, gran favorito della vigilia e piuttosto deludente con i suoi due score di 71 (-1). Occupano il 12° posto con -3 i sudafricani Louis Oosthuizen e Charl Schwartzel,l’australiano Adam Scott e l’argentino Angel Cabrera. 

PRIMO GIRO: Le prime 18 buche possono dare indicazioni parziali ma già importanti. La prima è che Jordan Spieth, per ora, non sente alcuna pressione. Osserva il campo non come un ragazzino impaurito, bensì come un determinato cecchino. Nonostante la giovane età però si prende i rischi dova sa che può valerne la pena e rispetta il percorso nei punti più delicati. Dopo i birdie alla 2 e al delicato par 3 della 4, il giovane texano ha segnato un triplete (di birdie) prima dell'Amen Corner. Poi ancora birdie al par 3 della 12 e al par 5 della 13 e alla 14 per un parziale di -8. Alla 15, par 5 da birdie, Spieth ha giocato il secondo colpo al green che è scappato lungo. Il seguente approccio e putt corti hanno determinato il bogey recuperato con il birdie al par 3 della 16 che ha fissato il puntegigo finale in 64 colpi. 

Alle sue spalle un quartetto insidioso composto da Hoffman, Day, Els e Rose. I quattro sono a quota -5. Hoffman ha fissato il proprio score nel finale quando, da -1, ha realizzato un eagle alla 15 seguito da due birdie alla 16 e alla 18. Un finale esaltante per l'americano, cosa che non si può dire di Els, incappato in un bogey all'ultima buca, una delle più difficili con asta lunga. Big Easy si è subito recato in campo pratica per lavorare. Jason Day, uno dei più accreditati per la vittoria finale dopo i quattro top five nei major dello scorso anno, a un certo punto sembrava poter raggiungere Spieth. Dalla buca 12 l'australiano ha infilato 5 birdie consecutivi salendo a quota -6. Poi il bogey alla 17 ne ha ridimensionato lo score fissato a -5 grazie al salvataggio all'ultima buca. Justin Rose, che ha giocato al mattino, ha realizzato 6 birdie e un bogey, alla 11. 

È sceso in campo al mattino anche Rory McIlroy che forse ha avvertito la presisone di partire con tutti gli occhi fissi addosso. Dopo 5 par consecutivi il nordirlandese è incappato in un errore salnedo un colpo sopra par alla 6 ma ha regito prontamente riacciuffando il par alla buca seguente. 36 del par nelle prime 9 buche quindi l'errore alla 11 al quale sono seguiti due birdie alla 13 e 15. Ora ci si attende un attacco anche se giocare nel pomeriggio, cosa che farà nel secondo turno, può nascondere delle insidie. Con lui al 18° posto anche il campione in carica Bubba Watson mentre sono 12mi con -2 Phil Mickelson e Dustin Johnson.

Tiger Woods ha concluso al 41° posto con un totale di +1. L'americano è partito nel peggiore dei modi con un bogey alla buca d'apertura, rimediato con un birdie alla 2, ma è incappato in altri due errori, alla 4 e alla 9, parzialmente rimediati dal birdie al par 5 della 8. Nella buche di rientro un bogey, alla 12, seguito da un birdie, alla 13, hanno fissato lo score sopra il par. Se il gioco corto di Tiger pare notevolemtne migliorato, ci voleva poco dopo il disastro dell'ultima apparizione, Tiger deve portare palla più vicino alle aste poiché 10 fairway su 14 sono nella media (anche se quando sbaglia non lo fa di poco) così come 11 green su 18. I numeri di Tiger sono in media con il field ma per essere in contention per il titolo serve una qualità di gioco maggiore.     

PROLOGO: Lo spettacolare giardino botanico dell'Augusta National sarà il palcoscenico dell'edizione numero 79 del Masters. Si tratta del primo major stagionale, quello con il maggior fascino. Tutto nacque nel 1933 quando Bobby Jones, unico golfista nella storia ad aver vinto il grande slam in una sola stagione, disegnò il percorso e diede vita, l'anno seguente, alla prima edizione del torneo. Da allora solo cinque giocatori sono riusciti nell'impresa di vincere i quattro major, ma non nello stesso anno.

Ci prova Rory McIlroy, incontratato numero uno al mondo, al quale manca solo la Giacca Verde, che viene donata ai vincitori, per completare il poker. Il nordirlandese ha vinto, anzi dominato, gli ultimi due major e proverà ad aggiudicarsi il titolo che buttò al vento nel 2011 quando, da leader, incappò in un giro conclusivo disastroso in 80 colpi. È lui l'uomo da battere.

Se gli europei hanno la loro stella gli americani non sono da meno. Il nuovo fenomeno del golf a Stelle e Strisce risponde al nome di Jordan Spieth, texano classe 1993, capace di conquistare una vittoria e due secondi posti negli ultimi tre tornei e mettendo in mostra uno stato di forma strepitoso. Non è nel momento di massimo splendore Rickie Fowler, che però nel 2014 non è mai uscito dai top ten nei major entrando di diritto tra i favoriti.

Inoltre attenzione a Tiger Woods che aveva dichiarato di tornare in campo solo se fosse stato in grado di vincere. L’unica volta che l’ex numero uno mondiale, ora oltre il centesimo posto nel world ranking, ha saltato il Masters è stato lo scorso anno dopo che nel 2013 era stato in corsa per il titolo. In diciassette presenze da professionista ha ottenuto quattro successi (1997, 2001, 2002, 2005) e 13 top ten e non è mai uscito al taglio. Le sue condizioni attuali di forma sono avvolte nel mistero. Vedremo se manterrà la promessa.