Mercoledì 24 Aprile 2024

QS School: Paratore, Pavan e Tadini ottengono la carta per l'European Tour

Al PGA de Catalunya Renato Paratore, Andrea Pavan e Alessandro Tadini ottengono il pass per l'European Tour 2015 dove raggiungeranno Francesco ed Edoardo Molinari, Matteo Manassero e Marco Crespi

Renato Paratore

Renato Paratore

Il Final Qualifying Stage, al PGA Catalunya Resort di Girona in Spagna, ha regalato grandi soddisfazioni ai colori azzurri: Renato Paratore, terzo con 412 colpi (-16), Andrea  Pavan, 18° con 420 (-8) e Alessandro Tadini, 25° con 421 (-7), hanno conquistando la ‘carta’ per l’European Tour 2015, dove nel prossimo anno si uniranno ai fratelli Francesco ed Edoardo Molinari, a Matteo Manassero e a Marco Crespi. Al torneo, svoltosi sulla distanza di 108 buche, hanno preso parte 156 giocatori provenienti da 28 nazioni che sulle prime 72 si sono alternati sui due tracciati dello Stadium Course (par 72) e del Tour Course (par 70), poi il taglio ne ha lasciati in corsa 78 per la conclusione sullo Stadium Course. Sono stati promossi nel circuito maggiore i primi 25 in graduatoria e i pari merito al 25° posto (in totale 27) con la categoria 15, mentre gli altri potranno disputare il Challenge Tour. In questo gruppo è terminato Matteo Delpodio, 62° con 428, che comunque era già nel secondo tour continentale con una categoria migliore, grazie al buon piazzamento nell’ordine di merito 2014 (32°). A Girona si è imposto il finlandese Mikko Korhonen con 408 colpi (-20 ) davanti al 45enne argentino Ricardo Gonzalez (-18), costretto a tornare alla Qualifying School dopo un’annata difficile, ma nel cui curriculum figurano quattro titoli in una lunga carriera. Entrambi hanno superato nel giro finale Paratore, leader dopo cinque turni, più giovane concorrente in gara (17 anni e 336 giorni) e uno dei pochi ad essere passato direttamente dallo status di dilettante all’European Tour, impresa che era riuscita anche a Francesco Molinari (2004). Paratore ha tenuto bene per 13 buche, con due birdie, poi ha avuto una flessione con tre bogey nel finale (73, +1). Il romano, tesserato per il Parco di Roma G&CC, ha compiuto così l’ultima impresa in un anno straordinario con il fiore all’occhiello della medaglia d’oro ai Giochi Olimpici Giovanili: “Una cosa pazzesca - ha detto -  sia per il tipo di torneo che per il risultato. Sono stanco, ma felicissimo. È stata veramente dura, però la ‘carta’ penso di essermela merita con un’ottima prestazione. Non lo nascondo, ho puntato a vincere, ma nelle ultime buche il gioco non è stato più fluido. No, non mi sono rilassato perché ormai l’obiettivo era raggiunto, ho solo avuto qualche incomprensione con il putter. Mi ha fatto piacere aver effettuato il turno insieme a Ricardo Gonzalez: ci tenevo a fare un giro con lui. E’ un gran giocatore, molto disponibile, abbiamo parlato parecchio e mi ha detto tante cose che mi torneranno sicuramente utili. Nel corso del torneo non ho mai avuto timore di non farcela. Ho giocato con una certa serenità, perché dopo aver superato lo Stage 2 avevo la certezza di poter almeno partecipare al Challenge Tour. Quanto al rendimento, in entrambe le gare, devo molto al mio maestro Alessandro Bandini, che mi ha seguito. Abbiamo lavorato tanto, tutti i giorni per analizzare ogni minimo dettaglio e per non lasciare nulla al caso”. Pavan, settimo all’avvio, si è complicato la vita con due bogey  in cinque buche, ma con pazienza ha rimediato con due birdie sulle successive sette. A quel punto, però, due bogey di fila lo hanno posto sul filo del rasoio, tuttavia ha saputo reggere la comprensibile pesante tensione e con quattro par è tornato nel circuito maggiore, dove era già lo scorso anno in cui non ha avuto molta fortuna. Tadini, 44° e a tre colpi dalla zona qualifica dopo cinque giri, aveva bisogno di un’ottima prestazione e non l’ha mancata. Ha guadagnato quattro colpi con un eagle e due birdie in sequenza, poi si è messo in sicurezza con un altro birdie, ma sull’ultima buca (la nove del percorso avendo iniziato dalla 10ª) un bogey gli ha fatto vivere con trepidazione dentro la club house la conclusione del torneo, perché a quel punto dipendeva dai risultati degli altri. Alla fine però il 68 (-4) è stato sufficiente, sia pure di misura.