Venerdì 26 Aprile 2024

Maietta (Ais): "Sono vini originali"

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FRA I VINI di Gravner, un’etichetta simbolo è la Ribolla: dal 2001 le uve fermentano con lunga macerazione in anfore georgiane interrate. Il Rosso Gravner, invece, è un vino da Merlot e Cabernet Sauvignon, mentre il Rosso Breg nasce da uve Pignolo. Dopo l’esperienza di Gravner, ora in tutta Italia non si contano più solo sulle dita di una mano i produttori che scelgono di vinificare in anfora. Un’altra capofila, partendo dal Nord, è stata Elisabetta Foradori, dell’omonima azienda che ha rilanciato il Teroldego Rotaliano a Mezzolombardo (Trento). Oppure, nella provincia di Teramo, anche Francesco Acirelli vinifica Montepulciano, Trebbiano e Cerasuolo d’Abruzzo. A offrire una panoramica sui vini in anfora è Antonello Maietta, presidente nazionale dell’Ais. «L’anfora è un contenitore ancestrale, naturale e neutro, dove gli interventi tecnici sono più difficili. In una vasca d’acciaio, ad esempio, posso abbassare la temperatura». Una delle caratteristiche ricorrenti è che «le uve vengono messe intere per macerazioni prolungate – continua Maietta – per cui la materia prima deve essere sanissima. A monte, spesso, c’è tutto un percorso, una filosofia che parte dalla vigna e dai cicli biologici della vite». «Dal punto di vista organolettico – continua il presidente Ais – si fanno vini piacevoli ed eleganti, ma i produttori stanno ancora sperimentando: nei diversi tipi di anfora, ad esempio, cambia la porosità. Sono vini di grande originalità, dobbiamo aspettarci colori più intensi e una maggiore struttura, che si adatta a moltissimi piatti. E ora è nato anche il made in Italy: in Toscana, a Impruneta, in un’area dove si sono sempre fatte le giare di terracotta».