Giovedì 9 Maggio 2024

Senza l'Europa il Mancio prepara la grande rifondazione

Claudio Negri Milano VIA IL DENTE via il dolore. Più o meno: senza l'Europa League sarà una provvida sventura. Un anno senza passare la dogana di Chiasso, per trasformare il laboratorio Inter in una squadra in grado di lottare ben più in su della coppa del nonno, sarebbe quasi un toccasana. Così dicono quelli che di calcio capiscono: senza le coppe tra le fette il progetto già strutturato di Roberto Mancini potrà davvero decollare. A cominciare da una pianificata estate, scevra di prelininari non erotici di Europa League in parti recondite del vecchio continente. L'Inter potrà anche partecipare alla tourné asiatica dove incontrerà Milan e Real Madrid, amichevoli che fanno assai bene al brand e poco o nulla al blasone: un vecchio bauscia preferirà sempre una coppetta vera alla partita senza nulla di ufficiale e canonico in palio. Ma tant'è. L'Inter capitolata a Marassi (per concorso di sfortuna, svarioni e prodezza genoana) si è messa di fatto l'animo in pace. «Quello che è successo in campo ha compendiato il Mancio a sconfitta ancora calda è stato un po' il riassunto di una stagione». La sua stagione all'Inter: «Grandi cose e grandi errori. Troppi errori: all' Inter non dovrebbe accadere - aggiunge il tecnico -. I match dovrebbero essere nelle nostre mani e invece commettiamo ingenuità e le paghiamo subito. Dobbiamo lavorare molto, ma la mentalità della squadra è buona. Abbiamo fatto tanti risultati strani, ma siamo migliorati sotto tanti aspetti. Dobbiamo trovare giocatori validi per migliorare la squadra. L' Inter è un top club dove tutti vorrebbe venire». Anche senza Coppe. E Yaya Touré? «È del City, vedremo poi che accadrà». Sul mercato in entrata, col feticcio Yaya, s'era sporto anche il braccio secolare di Erick Thohir, Piero Ausilio, assicurando che la Beneamata «farà di tutto per averlo». Certo che a guardare la prestazione della difesa, con incomprensioni e svenevolezze, c'è da chiedersi se non è meglio un totem di retroguardia piuttosto che un cetrocampista, per quanto di vaglia e di raccomandata. In effetti un difensore è già pronto, quel Jeison Murillo che ha finito la sua esperienza al Granada. Ma ha ragione chi dice e scrive che non basta, che servirebbe uno alla Samuel. Menomale che c'è almeno un attacco che gira sempre meglio ed è in assetto da battaglia con la coppia Palacio-Icardi, che vive quasi more uxorio un'intesa fatta di assist reciprochi, intese, movimenti e movenze danzanti. A giorni (c'è chi dice a ore) Maurito firmerà un cospicuo rinnovo al 2019, ed è un bene per l'Inter. Chissà se sarà (sarebbe) un bene la dipartita di Kovacic? L'occhio lungo e prensile di Ariedo Braida lo vorrebbe portare al Barcellona. Resta sempre tra color che stan sospesi il buon Handanovic che ha l'aria sempre più scocciata e non solo per lo scellerato malinteso difensivo con Ranocchia...