Lunedì 6 Maggio 2024

SARÀ UNA JUVE INCREDYBALA

Luca Pasquaretta Torino E' STATO accolto come una star allo store dello Juventus Stadium dai tantissimi tifosi. Gli hanno intonato «Portaci a Milano» (sede della prossima finale di Champions,). Paulo Dybala ha annuito e rilanciato. Non le pesa essere il giocatore più pagato (32 milioni più 8 di bonus) della gestione di Andrea Agnelli? «Da quando sono arrivato in Italia si parla sempre di soldi e non di come sono io. Anche a Palermo hanno speso tanto, ma ho dimostrato in campo di valerli». Aspettative? «Ho scelto la Juve perché qui posso diventare un grande». L'anno scorso è mancata solo la Champions. «Ero a Berlino. E' stato emozionante. La Juve ha fatto una stagione incredibile. Quest'anno sarà dura, però la rosa è competitiva. Credo che si possa migliorare e vincere la Champions». Quali erano i suoi idoli da bambino? «Riquelme e Ronaldinho». Quindi le piace fare il trequartista «Sì, è un ruolo che ho ricoperto nel settore giovanile, in Argentina, in prima squadra ho fatto l'attaccante puro. Al Palermo ho ricoperto tutti i ruoli. Devo parlare con Allegri, gioco dove vuole lui». Indosserà la 10, magari raccogliendo l'eredità di Tevez? «Carlos ha fatto cose straordinarie in questi 2 anni alla Juve. Nella mia carriera ho sempre giocato con la 9, ma non era libera e così ho scelto la 21». Una maglia pensante? «E' un bel numero, mi piace, è la mia età e poi l'hanno indossata campionissimi come Zidane e Pirlo, il mio sogno è fare la storia come loro». Morata, uno dei tanti giovani della Juve, però ha faticato all'inizio. «Lui arrivava da un altro Paese. Non è stato facile, ma nel tempo ha dimostrato di essere un grande giocatore. Spero di poter fare una stagione come la sua. Non temo la concorrenza, anzi». Ha fatto una visitina allo Stadium? «Quando ci ho giocato la prima volta era il giorno in cui la Juve vinse lo scudetto. Non vedo l'ora che i tifosi urlino il mio nome quando segnerò». Com'è il Dybala fuori dal campo? «Sono un ragazzo tranquillo, non esco spesso. Preferisco giocare alla playstation, a biliardo, bere il mate con la mia famiglia». Come l'hanno battezzata calcisticamente in Argentina? «(risata, ndr). La Joya, il gioiello. Quando sono arrivato a Palermo mi chiamavano U Picciriddu (il bambino, ndr)».