Giovedì 16 Maggio 2024
VALERIA MELLONI
Cronaca

"Non puoi lasciarmi", fa una strage. Rovigo, spara a moglie e suocera e si uccide

Far West in un canile a Rovigo. "Mi vietava di vedere i due bambini"

Rovigo, strage in un canile

Rovigo, strage in un canile

Rovigo, 27 febbraio 2016 - È ENTRATO e ha sparato sulla ex moglie e sui suoceri, poi ha rivolto l’arma contro di sé. È di tre morti e un ferito il bilancio della tragedia familiare che ha scosso Fenil del Turco, frazione di Rovigo. E anche la Lega del Cane, che proprio lì gestisce il canile-rifugio Cipa. L’omicidio-suicidio sarebbe avvenuto nel casolare affidato in comodato d’uso a Maria Ascarov, moldava 52enne, custode del rifugio e del vicino canile sanitario di Rovigo. La donna viveva in quella casa con il marito e il figlio adolescente. L’altra sua figlia, Rudica, poco più che trentenne, si era trasferita da poco in quella piccola casa, assieme ai due figli piccoli, di 10 e 3 anni. Cercava proprio lei l’assassino, Alfrim Begu, ‘Rino’ per gli amici, muratore 42enne di origine albanese. La coppia si stava infatti separando e per questo da qualche mese Rudica era tornata a stare dai genitori. Una separazione sofferta e probabilmente non amichevole. Pare infatti che l’uomo lamentasse di non riuscire a vedere i figli, tanto da essersi presentato al casolare con i carabinieri, appena il giorno prima della tragedia.

LA TENSIONE insomma era già alta, ma ieri sera, intorno alle 18, il padre di famiglia si è trasformato nell’assassino, presentandosi armato di pistola a casa dei suoceri e della moglie. Ha fatto fuoco prima sulla compagna, non appena ha aperto la porta, poi sulla madre di lei, Maria, che proprio oggi avrebbe festeggiato il suo compleanno. Dopo aver ferito anche il suocero, avrebbe rivolto l’arma contro di sé. Illesi i bambini, mentre il marito di Maria è stato subito soccorso dall’ambulanza del Suem. A dare l’allarme sarebbe stato un dipendente della Lega del Cane di Rovigo, in servizio nel rifugio e che, sentendo gli spari, si era chiuso dentro uno dei box. Un’altra volontaria, invece, sarebbe riuscita a scappare scavalcando la recinzione che divide il rifugio dal canile sanitario. Entrambi stanno bene, anche se sotto choc, e saranno sentiti dagli inquirenti. Sul posto sono intervenuti i carabinieri della compagnia di Rovigo, guidati dal colonnello Stefano Baldini, che hanno transennato un lungo tratto di strada nella zona più vicina al canile.

FORTUNATAMENTE a quell’ora non c’erano altre persone al rifugio Cipa. Ma solo pochi minuti prima erano presenti dipendenti e volontari. Una famiglia, arrivata al canile per scegliere un cucciolo da adottare, era andata via poco prima della strage. E infine loro, i cani ospiti della struttura: il loro abbaiare disperato era udibile a oltre 200 metri di distanza, ha messo in allarme i residenti delle case vicine, e non è cessato nemmeno dopo l’intervento dei carabinieri e del personale del 118. La custode Maria lavorava per la Lega del Cane dal 2007, quando il rifugio Cipa era stato aperto. Aveva ricevuto dall’associazione il piccolo casolare in comodato d’uso gratuito, dove abitava con il marito, tenendo allo stesso tempo d’occhio sia il rifugio sia i dintorni del canile sanitario comunale. Increduli i volontari e i dipendenti del rifugio, che la ricordano come una signora dai modi gentili, anche verso gli animali.