Giovedì 16 Maggio 2024

Rom e Sinti, in Italia sono 180 mila

Ecco tutti i datti del "Rapporto Annuale 2014", dall`Associazione 21 luglio. Rom e Sinti rappresentano lo 0,25% della popolazione nazionale. Il 50% di essi ha la cittadinanza italiana mentre "4 su 5 vivono in regolari abitazioni

Un accampamento di nomadi (foto di repertorio)

Un accampamento di nomadi (foto di repertorio)

Roma, 8 aprile 2015 -  Sono circa 180 mila i rom ed i sinti residenti attualmente nel nostro Paese, che rappresentano lo 0,25% della popolazione nazionale. Il 50% di essi ha la cittadinanza italiana mentre "4 su 5 vivono in regolari abitazioni, studiano, lavorano e conducono una esistenza come quella di ogni altro cittadino, italiano o straniero, residente nel nostro Paese". Questa la fotografia tratteggiata dal "Rapporto Annuale 2014", il primo rapporto nazionale sulla condizione dei rom e dei sinti in Italia, redatto dall`Associazione 21 luglio e reso noto oggi in occasione della Giornata Internazionale dei rom e dei sinti.  Il rapporto mette in luce che sono circa 40.000 le persone che vivono nei cosiddetti "campi". Un rom su 5 sul totale dei presenti in Italia.

STRATEGIE "Se puntiamo la lente sul 2014, in relazione ai rom e ai sinti che nel nostro Paese vivono in emergenza abitativa - recita il Rapporto - emerge che in Italia il varo della 'Strategia Nazionale per l`Inclusione dei Rom, dei Sinti e dei Camminanti' e il cambio di direzione da essa paventato non hanno significato un sostanziale mutamento delle loro condizioni di vita". A prevalere, ancora una volta, è quindi un approccio emergenziale che, si chiarisce "ha rappresentato il leitmotiv di ogni azione pubblica e si è andato declinando nei dodici mesi considerati in numerose azioni di sgombero forzato (più di 230 nelle città di Roma e Milano) e nella ideazione e progettazione di nuovi "campi nomadi". 

LA QUESTIONE ABITATIVA - E' quella che resta "centrale" nelle politiche che le Amministrazioni locali organizzano nei confronti dei rom e dei sinti. Negli ultimi tre anni sono stati costruiti nuovi insediamenti a Roma, Milano, Giugliano, Carpi e in diverse città italiane del centro-sud, da Latina a Lecce, sino a Cosenza, sono in discussione avanzata progetti relativi alla costruzione di nuovi insediamenti per finanziamenti che superano i 20 milioni di euro. Eppure "nella maggioranza dei 'campi nomadi' italiani, anche quelli organizzati e gestiti dalle autorità, - si afferma - sono molteplici gli elementi di criticità che, da Torino a Palermo, passando per Roma e Napoli, sono stati riscontrati e che li hanno resi luoghi di sospensione dei diritti umani". Ad esempio su tutti quello riferito ai minori. Un "figlio del campo", secondo lo studio, avrà possibilità prossime allo zero di accedere a un percorso universitario, mentre le possibilità di frequentare le scuole superiori non supereranno l`1%. In 1 caso su 5 non inizierà mai il percorso scolastico. Soprattutto in tenera età avrà fino a 60 volte la probabilità - rispetto a un suo coetaneo non rom - di essere segnalato dal Servizio Sociale e di entrare in contatto con il sistema italiano di protezione dei minori. La sua aspettativa di vita risulterà mediamente più bassa di circa 10 anni rispetto al resto della popolazione mentre da maggiorenne avrà 7 possibilità su 10 di sentirsi discriminato a causa della propria etnia.