Giovedì 25 Aprile 2024

L’Italia è il porno delle nebbie. "Se ne parla tanto, si fa poco"

Addio all’industria dei film a luci rosse: superata dal web e dagli Usa

Ilona Staller

Ilona Staller

MILANO, 29 GIUGNO 2016 - NON PORNO presto. Dimenticavi Moana Pozzi o Rocco Siffredi. L’industria del porno italiana è distrutta e non è facile che rinasca. Il genere ultimamente ha goduto dell’attenzione giornalistica: dal film “Sexxx” di Davide Ferrario, al lungometraggio “Porno & Libertà” di Carmine Amoroso presentato in anteprima a Biografilm Festival 2016 e in sala da venerdì scorso, all’evento “Le ragazze del porno” all’interno della Mostra del cinema di Pesaro. Ma non illudetevi: se ne parla molto ma se ne fa poco.    FRANCO Trentalance, una delle ultime pornostar italiane (su Fb lo trovate come Franco Trentalance “quello vero”), ha le idee chiare: «Il porno è in crisi in Italia e in Europa, ma in America i siti porno non hanno mai guadagnato tanto. Internet non ha ucciso il genere, perché ci sono ancora moltissimi appassionati disposti a spendere 7 o 8 dollari per un abbonamento. Il web però è in mano agli americani e loro hanno saputo sfruttarlo, mentre noi italiani siamo come i dinosauri al cambio di clima: ci siamo estinti. Io lavoro anche per produzioni internazionali, ma in Italia ormai è difficile diventare dei professionisti. Oggi si viene chiamati pornostar per aver lavorato in tre o quattro film. Le donne sono più fortunate: anche se girano poco, possono esibirsi negli spettacoli».   GIORGIO Bortoluzzi, una vita nel porno (giornalista, sceneggiatore, regista, produttore, conduttore di “Doppiosenso night” su La9) ha qualche accento nostalgico: «Una volta l’Italia era il faro del porno in Europa, penso a registi come Mario Salieri o Joe D’Amato. Oggi i dvd non esistono più, ma l’industria macina montagne di denaro. Il sito top al momento è Xvideos, che compra scene inedite e le mette a disposizione gratuitamente, è al 43° posto tra i siti più visitati al mondo. Come guadagna? Con la pubblicità. Ma in Italia siamo rimasti indietro, io adesso produco al massimo 40 scene all’anno. È rimasto qualcun altro, come appunto Mario Salieri, Pinko, la Atv».    QUALI sono le cifre che girano? «Il budget minimo per un film è di 10-15mila euro, in America si può arrivare a 150-200mila dollari». Ma il regista più acclamato del momento in America è, indovinate?, un italiano: Alex Braun, figlio di Lasse Braun, precursore del genere. E come ha avuto successo? Con le parodie porno dei supereroi. Se su Youtube cercate, per esempio, Batman vs Superman xxx, troveret il (castigatissimo) trailer. Ed è facile notare che non si è badato a spese. In Italia, invece? «Da noi un attore o un’attrice guadagna 2-300 euro a scena, mentre in America si arriva a 5-600 dollari».   I TEMPI BELLI li ricorda una come Valentina Demy, attrice che ha lavorato con Tinto Brass prima di passare dall’erotico al porno. «Ho cominciato l’anno in cui è morta Moana Pozzi, allora si guadagnava bene. Oggi ci si arrangia con qualche spettacolo dal vivo, per fortuna i fan non mancano, oppure con la partecipazione a qualche fiera, o con qualche televendita». Sul suo sito c’è anche la chat. «Sono dirette su internet, una mezz’ora live con chi paga l’abbonamento, da sola, oppure con un compagno o una compagna. Si guadagnicchia, ma una volta era proprio un’altra cosa. Il porno in Italia? Oggi è il deserto nucleare».   «OGGI sopravvivono solo le case di produzione Fm, Atv, e Pinko, più la Centopercento che si è ritagliata un mercato particolare, il cosiddetto amatoriale. Sono diventati famosi per aver girato un film con una segretaria del Pd in toscana, o con una tassista milanese che poi forse non lo era nemmeno. Per un film amatoriale bastano duemila euro, ma ha mercato solo in Italia», dice l’ex direttore di un sito famoso nel settore, Hard Celebrity. Anche l’amatoriale, dunque, non è poi così amatoriale: «C’è sempre qualcuno che manovra la camera, che dà le luci. La mano è di un professionista. Le star, invece, non ci sono più. Le ultime sono Sofia Gucci, Vittoria Risi, Roberta Gemma. Ma inutile cercare un’altra Moana». E i vecchi, fumosi, malfamati, torridi cinema di periferia dove si consumavano interminabili maratone erotiche? «Che io sappia non esistono più. Una volta c’era più voglia di divertirsi, e anche più soldi per farlo. Oggi è tutto gratis». Il porno delle nebbie.