Giovedì 25 Aprile 2024

Referendum, Bersani per il No. Renzi contrattacca in tv

L'ex segretario: "Io trattato come un rottame". Il premier all'Arena di Giletti: "No a voto di antipatia". Domani la resa dei conti in direzione Pd

Referendum, duello Bersani-Renzi (Ansa)

Referendum, duello Bersani-Renzi (Ansa)

Roma,  9 ottobre 2016 - A meno di due mesi dal referendum costituzionale, va in scena l'ennesimo scontro tutto interno al partito democratico. Stavolta è Pier Luigi Bersani a salire sul ring, e Matteo Renzi a replicare dal salotto tv. Un duello a distanza che alza la tensione a pochi giorni dalla direzione del Pd. 

Dopo la campagna di Massimo D'Alema per il No, ora anche Bersani si prepara ad ufficializzare la sua posizione contraria al pacchetto di riforme e in un'intervista al Corriere della Sera ci va giù pesante: "In un anno e mezzo non ho mai avuto occasione di discutere di riforme nel partito - incalza - Sono stato trattato come un rottame. Non ho ragioni per difendere D'Alema, ma deve esserci un limite a questa cosa volgare del vecchio e nuovo, che riguarda le idee e i protagonisti di una stagione. Nell'Ulivo c'erano anche idiosincrasie e liti furibonde, ma perbacco c'era una cosa da tenere assieme e c'era il rispetto".

Bersani è indignato per l'attacco arrivato all'ex premier dal sottosegretario e braccio destro di Renzi.  "Quando questo Lotti (Luca ndr) dice a D'Alema che è accecato dall'odio per una poltroncina va fuori dal seminato. C'è un limite, perché se sei dove sei c'è sempre qualcuno che ti ci ha portato". Il deputato dem non si aspetta "nulla di buono" dal segretario in direzione. "Proverà a stanarmi con una proposta sull'Italicum? Chiacchiere. Lo riteneva ottimo e perfetto, tanto che lo approvò con la fiducia. Non mi si può raccontare che gli asini volano".  

Legge elettorale, i diversi sistemi a confronto

RENZI ALL'ARENA DI GILETTI - Matteo Renzi contrattacca davanti alle telecamere tv. Ospite all'Arena di Giletti, il premier accusa Bersani di incoerenza: "Dico solo che ha votato sì per tre volte alla Camera a questa riforma che non ho mica scritto io la sera a Rignano stando al computer". Poi chiede di non "votare per Bersani o per Renzi", ma di decidere nel merito. "C'è chi fa politica per cambiare il paese e chi solo per attaccare gli altri - è l'affondo - Quando uno vota per antipatia è un elemento che dimostra una scarsa visione del paese".

Sugli altri sostenitori del No il presidente del Consiglio sostiene che "Forza Italia ha votato questa riforma, poi il rapporto si è rotto quando abbiamo eletto Mattarella", e si dice certo che "votando su un quesito chiaro gli italiani saranno più attenti a far risparimiare lo Stato e a semplificare, che alle discussioni di Renzi, D'Alema, Grillo, Berlusconi". Anche perché tra i sostenitori del referendum "non c'è accordo per un'alternativa di riforma - ribadisce - e se vince il 'No' non cambia nulla". Replica subito Salvini sui social: "Ennesimo monologo di Renzi il bugiardo. È disperato e prende gli italiani per scemi".

DOMANI LA DIREZIONE PD - Ma l'attenzione di Renzi ora è tutta per i dissidi interni al Partito democratico. Domani in direzione Pd per riavvicinare le posizioni si punta sulle modifiche alla legge elettorale ma l'impressione  "Se Bersani lavora per spaccare il Pd sbaglia", sostiene Matteo Orfini, mentre il ministro per i Beni culturali, Dario Franceschini si dice "molto addolorato" per le dichiarazioni del collega. Le due anime dem non sembrano disposte a passi indietro e sarà resa dei conti.