Giovedì 25 Aprile 2024

M5s, Pizzarotti non molla. Becchi: "Non risponda allo staff"

Il sindaco di Parma pronto a finire il mandato con o senza logo. Ma l'ex ideologo del Movimento indica la strada: "Impugni la sospensione e non scriva le controdeduzioni. Così può vincere la causa ed essere reintegrato nei 5 Stelle"

Federico Pizzarotti (Ansa)

Federico Pizzarotti (Ansa)

Parma, 17 maggio 2016 - Almeno una certezza c’è: Federico Pizzarotti resterà sindaco di Parma fino al 2017. Con o senza logo del Movimento 5 Stelle. Già i ‘pizzarottiani’ ne avevano dato notizia, ma poi è arrivata la conferma del capogruppo pentastellato della città ducale, Marco Bosi: «Nel caso Federico venisse espulso, andremo comunque avanti senza simbolo. Non è un simbolo che certifica la nostra appartenenza al Movimento 5 Stelle». E, in pratica, fa intendere che tutte le strade saranno battute. Compresa una causa in tribunale, impugnando un'ipotetica espulsione per tenersi il logo del Movimento. Perché, come è successo a Roma a quattro attivisti, cacciati ma poi reintegrati, anche per Federico Pizzarotti questa eventualità potrebbe essere confermata. Ma c’è un dettaglio che al momento il sindaco di Parma non ha considerato: le controdeduzioni allo staff. 

Ricapitoliamo. Pizzarotti è stato sospeso per non aver comunicato allo staff del M5S il suo avviso di garanzia (legato alle  nomine del Teatro Regio) e Grillo, con un post sul blog, ha intimato la possibilità di controdeduzioni entro dieci giorni. Il sindaco ha replicato spiegando che, di fronte alla richiesta di uno staff anonimo, non poteva consegnare un avviso di garanzia. In più, a difesa della sua tesi, ha pubblicato il parere del suo avvocato, Elisa Lupi, che ha consigliato il suo assistito di non rendere pubblico il documento, visto che si tratta di un provvedimento a tutela degli indagati. Ebbene, a questo punto, viene da chiedersi: seguendo il ragionamento di Pizzarotti, se lo staff grillino è anonimo, ergo privo di personalità giuridica, perché rispondergli con una difesa via mail?

Il professor di  Filosofia pratica e Bioetica giuridica Paolo Becchi, ex ideologo del Movimento 5 Stelle, ora fuoriuscito dai 5 Stelle, non ha dubbi. «Non c’è nessuna  norma che obbliga  Pizzarotti a comunicare a un soggetto anonimo, lo staff di Grillo, la pendenza di un’indagine. Da qui, il modo migliore per vincere il ricorso è non presentare nessuna controdeduzione. Del resto – continua Becchi –  nel Non Statuto del Movimento non c’è scritto da nessuna parte che ‘la mancata trasparenza’ sia motivo di espulsione». Morale: se Pizzarotti vuole vincere la causa – consiglia Becchi –  «non risponda allo staff perché altrimenti lo legittimerebbe. Si faccia, invece, reintegrare impugnando la sospensione in tribunale e cercando di capitalizzare il consenso che ha. In questo modo, l’idea di un incontro tra tutti i dissedenti (che non  sono pochi) potrebbe prendere forma». Tradotto: si creerebbe all’interno del Movimento 5 Stelle una minoranza in grado di contendere il ‘potere’ a quella struttura verticistica che è andata a sostituire il Movimento delle sue origini. Una partita (politicamente) delicata, certo. Ma se giocata con astuzia potrebbe anche portare al sindaco ducale qualche vittoria.