Pizzarotti, gli espulsi M5S sognano lo strappo

I fuoriusciti: "Siamo noi la base del Movimento 5 Stelle". Telefonate e contatti tra ex, delusi ed espulsi: "Il sindaco di Parma sarebbe un buon leader, ma ha troppi dubbi"

Federico Pizzarotti, sindaco di Parma (Ansa)

Federico Pizzarotti, sindaco di Parma (Ansa)

Parma, 16 maggio 2016 - I figli delle stelle ci sperano. Sì, perché dal 2014, anno della convention a Parma organizzata da Federico Pizzarotti, ribelli e fuoriusciti non si sono mai dati per vinti. Il sogno? Creare un Movimento 5 Stelle bis, con il sindaco di Parma leader. Certo, fare sintesi non è facile. E, in più, dalla città ducale nessuno si sbilancia. Nessuna grande manovra. Nessun summit estivo per contarsi. Il capogruppo M5S di Parma, Marco Bosi, ci tiene a puntualizzare: «Siamo impegnati a presentare le controdeduzioni al Movimento. Per un mese e mezzo non lavoriamo a nulla. A noi interessa il Movimento». E mentre il primo cittadino è pronto a difendersi in streaming, i ‘Pizza boys’ pensano a qualcosa di nuovo.    Telefonate, messaggi, whatsapp. «I contatti con delusi ed espulsi – dice la senatrice di Fabriano Serenella Fucksia, cacciata l’anno scorso – ci sono da tempo. C’è una rete, siamo collegati. Pizzarotti farà come Rosa Capuozzo, la sindaca di Quarto, cacciata ma rimasta a capo del Comune. Arriverà al 2017, la giunta è compatta». Il problema è la ‘base’ del Movimento bis. C’è chi parla di almeno dieci parlamentari stellati pronti alla scissione, ma le resistenze ci sono. E sono tante. Già pensare a un summit per contarsi pare prematuro. Nel caso, se ne parla dopo le amministrative. «Stiamo decantando», dicono.  Certo, l’entusiasmo c’è. Il deputato Tancredi Turco – che con altri fuoriusciti, ha creato Alternativa libera e con questa nuova formazione sta lavorando da tempo a un M5S bis – ci crede: «Stiamo crescendo, ma Pizzarotti ha una popolarità e un consenso che nessuno di noi espulsi ha...». La reggiana Maria Mussini, pur essendo passata nel gruppo Misto, ha continuato a lavorare con i 5 Stelle di Parma e sul suo profilo Facebook ha una foto col sindaco ribelle. «Quello che siamo stati non può morire qui. Siamo noi la vera base. Federico è capace, è un buon amministratore, potrebbe unire le varie anime degli ex grillini. Ma se non lo farà lui, lo farà qualcun altro». Sì perché se il primo cittadino più famoso dei grillini ha tanti fan, è anche vero che non ha mai avuto il coraggio di proporsi come leader di un nuovo ‘partito’. «Il coraggio intellettuale della verità e la pratica politica sono due cose inconciliabili» come diceva Pier Paolo Pasolini? Chissà. Di sicuro c’è che il primo espulso, Giovanni Favia, ex consigliere regionale emiliano, ha tanti dubbi: «Se fosse così pazzo da ripartire da zero, io ci sarei. È l’unico che non ha seguito Massimo Bugani e non mi ha accoltellato. Ma lo conosco: non vuole fare l’anti Di Maio».    DELLO STESSO avviso anche il senatore aretino Maurizio Romani, ora passato all’Idv. «Pizzarotti è da sempre considerato il leader alternativo del M5S, ma democristianamente non ha mai voluto prendere la guida dei dissidenti. La sua sospensione? Ogni volta che c’è qualche elezione i grillini fanno una ‘bischerata’. Forse non vogliono governare per non mettere in discussione la loro purezza».  Il sindaco di Comacchio, Marco Fabbri, ex Cinque Stelle, è deluso: «Volevamo un congresso nazionale, ma non ce l’abbiamo fatta. Mi auguro che Federico rimanga nel Movimento, ma l’hanno sospeso perché dà fastidio a Di Maio. Però sarebbe bello costruire qualcosa a sinistra del Pd».