Sabato 4 Maggio 2024

Pedofilia, scoperta una rete tra Italia e altri 11 Paesi: 50 indagati

L'indagine della polizia postale di Venezia ha smascherato una cinquantina di pedofili in Italia e all'estero

Maltrattamenti su minori (Foto d'archivio Ansa)

Maltrattamenti su minori (Foto d'archivio Ansa)

Venezia, 10 luglio 2014 - Una vasta operazione del Compartimento Polizia Postale e delle Comunicazioni di Venezia ha permesso di individuare una cinquantina di pedofili tra Italia e altri 11 paesi. L'investigazione, durata mesi, è stata coordinata dal Centro Nazionale per il Contrasto alla Pedopornografia Online (Cncpo) presso il Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni di Roma, e ha svelato una rete di pedofili in giro per il mondo. 
 
Il lungo lavoro investigativo, diretto dal pm lagunare Massimo Michelozzi, ha portato a 23 interventi della polizia di Stati Uniti, Regno Unito, Germania, Francia, Belgio, Polonia, Messico, Argentina, Russia, Spagna, Repubblica Ceca e, in Italia a 26 perquisizioni tra Abruzzo, Campania, Emilia Romagna, Lazio, Lombardia, Marche, Puglia, Sardegna, Sicilia, Toscana. Centinaia e centinaia i gigabyte passati al setaccio dagli investigatori informatici, varie migliaia i sequestri di immagini e video di natura pedopornografica.
 
Nei computer sequestrati agli indagati sono state trovate migliaia di foto con ritratti di bimbi e anche atti sessuali con minori, oltre a video sugli stessi temi. L'ipotesi è quella di una vera e propria organizzazione che si muoveva proponendo scambi di materiale pedopornografico attraverso siti dedicati. L'indagine è stata coordinata dal Centro nazionale per il contrasto alla pedopornografia on line presso il servizio di Polizia Postale di Roma.
 
UNO SI FINGEVA UNA BAMBINA SUI SOCIAL - Cercava contatti su internet tramite i social network spacciandosi per una bambina. In realtà si trattava di un pedofilo che la Polizia di Venezia aveva già individuato lo scorso anno. Da questo accertamento sono partite le indagini della Procura lagunare sul giro di pedofili on lione che interessa ben 11 paesi di tutto il mondo e ha permesso di smascherare una cinquantina di persone che scambiavano immagini e video che ritraevano bambini anche in atteggiamenti scabrosi. Nei controlli effettuati dalla polizia sul computer dell'uomo indagato nel 2013 sono emersi decine di contatti con minorenni tutti riconducibili a nickname in decine di caselle di posta elettronica. Gli adescamenti avvenivano tramite frequentatissimi e noti social network che il pedofilo frequentava facendosi passare per una bambina. Lo stesso pedofilo ha ammesso alla polizia di aver contattato numerosi nickname rivelatisi poi fasulli che nascondevano altri pedofili in attività come lui. La rete funzionava così e si allungava a dismisura con scambi sempre più serrati di materiale che faceva letteralmente il giro del mondo. Ora questa rete di falsi bimbi che operavano on line è stata smantellata, ma le indagini continuano.