Giovedì 25 Aprile 2024

Obama e Michelle tornano bambini

IL PRESIDENTE Obama e la moglie Michelle continuano a stupirci per la loro capacità di calarsi in appelli che vanno al di là del ruolo politico e investono una loro autorevolezza di grande papà e mamma collettivi. L’invito a essere previdenti del futuro e a garantirsi quindi una buona assicurazione fin dai tempi giovanili, ha la semplice e umana saggezza della favola di La Fontaine ‘La cicala e la formica’. Ed ecco una riflessione sul Tempo, il grande mistero della condizione umana, che sottintende dopo la nascita la morte. Girano intorno a tale problema del Tempo tutte le filosofie, tutte le religioni e tutte le letterature. Perché dovrebbe sottrarsi a farsene carico, ora che l’ansia di farsi rieleggere non lo tormenta più e può alzare lo sguardo su tematiche meno urgenti, il capo della Stato imperiale dell’Occidente? Non siamo eterni, è una verità che parte dal grido di Eugenio Ionesco ne ‘Il re muore’: «Perché sono nato, se non era per sempre?». Da bambini è difficile dare un senso a questa verità nelle favole che richiedono sempre un re e una regina, che alla fine dopo tante avventure, «vissero sempre felici e contenti». Quanto dura quel sempre? Non è possibile scriverlo nella letteratura per l’infanzia, nella quale come c’è «sempre» un re – una favola non inizierà mai c’era una volta un presidente della Repubblica – non esiste una misura del Tempo, che è eterno.  Ma la favola della vita a poco a poco muta il nostro sguardo. Passa fin troppo presto l’infanzia col suo dono di infinito. «O natura o natura / perché non rendi poi / quel che prometti allor /perché di tanto / inganni i figli tuoi?» si chiedeva Leopardi, il poeta della giovinezza e delle sue illusioni. Fanno tenerezza le foto di Obama bambino che gioca con secchiello e paletta, sulle spiagge della sua infanzia. Pensare che quella piccola creatura doveva diventare l’uomo più potente del mondo… eppure i capelli sempre più grigi di Obama nelle foto degli ultimi anni parlano di un’altra verità. Solo ieri eravamo giovani, incapaci di immaginare anche il nostro volto incanutire. Ed eccoci all’improvviso diventati bianchi come i nostri padri, incamminati a contare i loro stessi anni. Dobbiamo essere pronti, dice l’Obama che fu un sogno per tutta l’umanità con la sua elezione. 

PRONTI a quando calerà la sera anche per noi, e se non avremo avuto la saggezza di mettere un poco di vecchiaia anticipata nella giovinezza, saremo nei guai. È di Sant’Agostino, ne le ‘Confessioni’ l’aspirazione a «un giorno senza sera», come uscita dal Tempo e irruzione nell’eternità. Non siamo santi, ma uomini. Pensiamo alla sera che verrà, prima che ci colga impreparati.