Giovedì 9 Maggio 2024
MARCO MANGIAROTTI
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Patty Pravo ancora a Sanremo: "Sono un cielo immenso"

Mezzo secolo della divina. Per la nona volta al Festival: "L'ho deciso io ma sono tesa"

Patty Pravo torna a Sanremo (Ansa)

Patty Pravo torna a Sanremo (Ansa)

Milano, 26 gennaio 2016 - PATTY brava. Sta bene e torna con il disco giusto a Sanremo. Sceglie fra 700 brani alcuni amici e giovani autori per “Eccomi” (Warner), l’album suo più importante di inizio millennio. Va al festival con “Cieli immensi” di Fortunato Zampaglione, alta moda e minigonna come questi dodici inediti registrati con Michele Canova Iorfida a Los Angeles e Milano. Fra il sorriso in nero del presente e l’alone di una giovinezza mai persa, come i suoi amori. Una voce ritrovata. Nei 50 anni della sua carriera, prima del tour ad aprile nei teatri e nelle arene, forse di uno speciale tv. In attesa di un cofanetto degno di lei.

Com’è tornare per la nona volta al Teatro Ariston?

«Non è che mi sia divertita sempre, ma stavolta l’ho deciso io. C’è la tensione perché non sei padrona del tuo palcoscenico, dietro c’è troppa confusione e la concentrazione è difficile. Poi non sono una che torna in albergo, si spoglia e fa le cinque di mattino. Solo una notte con i Pitura Freska. Di Marghera, simpaticissimi».

Sta per andare in onda su Sky la serie Hbo “Vinyl” prodotta da Scorsese e Jagger, anche i nostri anni ’60 e ’70 potrebbero essere raccontati così?

«Mi piaceva stare con i gruppi e il mio preferito era la Pfm. Non avevamo sex symbol, Riccardo Fogli era carino, delizioso e me ne sono accorta pure io. Sua madre mi adorava. Maurizio Arcieri dei New Dada molto bello. Andavamo a Londra a fare shopping, anche di dischi, in Mercedes. Abbiamo preso la nave a Calais con Albertino Marozzi, c’era mare grosso e lui vomitava mentre gli offrivo cioccolatini alla menta».

Ha spesso vissuto negli Stati Uniti, ci torna volentieri?

«Ho casa a San Francisco e ci vado appena posso, è sempre bellissima. Mentre non starei mai a New York, meglio Los Angeles sei hai gli amici con la casa e la piscina giusta».

Come sono arrivati i nuovi pezzi?

«Giuliano Sangiorgi mi ha regalato “A parte te” per il mio compleanno, dovreste sentirlo da lui, come “Per difenderti da me” di Ferro. Tiziano si è commosso, io invece mi sono preoccupata: come faccio a cantarla come te? Zibba è venuto a trovarmi, abbiamo parlato per un po’, lui è andato via e dopo due ore mi ha portato “Qualche cosa di diverso”, che parla della mia anima. Sorprendentemente. Lui e il gruppo caricano e scaricano gli strumenti come una volta».

Con Gianna Nannini come è andata?

«Ci siamo sentite per telefono, lei stava traslocando da Milano a Londra. Girava per casa con la bambina che cantava una mia canzone. Mi dice ridendo “facciamo una cosa su una scopata”, le rispondo non molto convinta, mi passa Penelope e canto “Penelope” con Penelope, riparlo con lei. La canzone, a cui ha lavorato anche Pacifico, è nata così».

Cinema, libri, tv?

«Non amo il cinema, sto leggendo tutti i libri sugli anarchici: a scuola facevo l’anarchica senza sapere. Televisione solo di notte: Fox Crime, un canale rilassante».

Che musica ascolta?

«Classica, la Callas e Pavarotti. Il blues di Nina Simone e la musica house».

Duetta con Emis Killa in “Non siamo eroi” e con Fred De Palma nella cover di “Tutt’al più”.

«Killa ha scritto un testo molto poetico, un movimento sulla cover l’ha suggerito Carlo Conti. Abbiamo pensato a Samuel dei Subsonica, che firma comunque “Se”, per un Dj set, ma è in tour col gruppo. In Warner c’era Fred De Palma, bravissimo: ha funzionato alla grande. A Rachele Bastreghi dei Baustelle devo dire grazie per “Ci rivedremo poi”».

Ci va spesso a Venezia?

«Ogni tanto, di sicuro il 15 aprile perché ho un concerto al Teatro Goldoni. Ci vive mia madre Bruna, che ha 89 anni. Amo le passeggiate notturne, quando senti i passi di qualcuno e non sai se lo incontrerai mai».