Domenica 6 Ottobre 2024
BRUNO VESPA
Economia

Verso le elezioni, l’analisi: l’Italia si sottovaluta ma i conti sono al top

La nostra economia va meglio di Francia e Germania, Borsa ai massimi. I mercati non guardano al colore dei governi, ma alla loro stabilità

Roma, 11 maggio 2024 – Ma non saremo un po’ sottovalutati? Nel 2018 l’Italia precipitò al livello più basso di rating da parte delle principali agenzie di valutazione: il Baa3 della più importante, Moody’s, ci mise a un passo dal baratro. Ancora un gradino e saremmo precipitati nell’inferno dei titoli di Stato "spazzatura". Non ci siamo mossi di un passo da allora, anche durante il governo Draghi, il premier più apprezzato dai mercati. La previsione (outlook) passò da negativa a stabile nel novembre 2022, a un mese dall’insediamento del governo Meloni. Erano in molti ad aspettarsi sfracelli. E non accadde. Come non accade quest’anno, quando anche Fitch alza la previsione da negativa a stabile. I mercati non guardano al colore dei governi, ma alla loro stabilità e alle scelte economiche. Il governo Meloni è in questo momento più stabile rispetto a Germania, Francia e Spagna, e le sue scelte economiche, nonostante il peso imprevisto del Superbonus, sono molto prudenti. La Francia ha un rating di due o tre punti superiore al nostro. È giusto?

Elvira Calderone, ministro del Lavoro
Elvira Calderone, ministro del Lavoro

A noi viene rimproverato un enorme debito pubblico, arrivato a 2.863 miliardi. Quello francese è di 3.101 miliardi, di cui metà in mani straniere, con tutti i rischi che questo comporta mentre quello italiano è controllato solo per un quarto da investitori esteri. È vero che il rapporto francese con il Pil è migliore del nostro (110 contro 137 per cento), ma nel rapporto col deficit stanno peggio di noi e la nostra economia è andata meglio della loro e di quella tedesca nel primo trimestre di quest’anno e ancor meglio se confrontiamo gli ultimi tre trimestri (+0,8 noi, +0,4 la Francia, -0,2 la Germania). Si aggiunga che negli ultimi quattro anni il debito italiano è quello aumentato meno tra i cinque maggiori Paesi dell’Unione europea.

Ma non il solo elemento favorevole all’Italia. Noi siamo al record storico di occupazione e a marzo – per la prima volta da moltissimi anni – la disoccupazione francese è stata superiore a quella italiana. Ricordiamo inoltre che lo spread tra i nostri titoli di Stato e quelli tedeschi – tradizionale incubo italiano – è sceso a un centinaio di punti in meno di quello Draghi, mentre la Borsa che all’insediamento del governo Meloni quotava poco più di 27mila punti, ieri ha chiuso a 34.657.

Secondo l’economista Marco Fortis, i risultati degli ultimi mesi hanno superato le previsioni della Banca d’Italia e si devono soprattutto agli incentivi di Industria 4.0, introdotta da Carlo Calenda nel lontano governo Renzi (e funziona ancora, insieme agli altri incentivi governativi attuali), e alla migliorata capacità di spesa delle famiglie, frutto anch’essa del gabinetto Meloni. La sottoscrizione – dopo la chiusura di ieri – per altri 11 miliardi dei Btp Valore rispetto a una richiesta assai maggiore, dimostra che c’è in giro molta più fiducia di quanto noi stessi facciamo fatica ad ammettere.

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