Venerdì 26 Aprile 2024

Bellezze al bagno. A Parigi una mostra sulla storia della toilette

Fino al 5 luglio il museo Marmottan Monet ospita l'esposizione, 'La toilette. Naissance de l'intime'. Per la prima volta il bagno diventa il soggetto unico di una mostra curiosa, alla ricerca dei modi e dei luoghi in cui nelle varie epoche si è affrontato il problema della propria pulizia, rivelando sorprese e bizzarrie attraverso un centinaio di quadri, sculture, stampe e foto

 Eugene Lomont, "Jeune femme a sa toilette"

Eugene Lomont, "Jeune femme a sa toilette"

Parigi, 17 maggio 2015 - E l'ottavo giorno Dio creò... il gabinetto. Oppure, per dirla in maniera più chic e internazionale, la toilette. Questo tempio sacro della nostra intimità, dove ancora i computer non hanno accesso, è ormai lo spazio sovrano delle nostre dimore, quello dove davvero spogliamo il corpo e l'anima, lasciando il mondo esterno fuori da una porta chiusa a chiave. Luogo moderno eppure pieno di misteri, quello del bagno, in cui le nudità si mescolano a riti sconosciuti a tutti tranne che a noi stessi. Tanto misterioso che persino un museo importante come il Marmottan Monet di Parigi, al cui interno si conserva una delle collezioni più strepitose di opere di Claude Monet e Berthe Morisot, ha deciso di dedicargli un'esposizione, 'La toilette. Naissance de l'intime', aperta fino al 5 luglio. Per la prima volta in tutti i tempi proprio il bagno diventa il soggetto unico di una mostra curiosa, alla ricerca dei modi e dei luoghi in cui nelle varie epoche si è affrontato il problema non secondario della propria pulizia, rivelando sorprese e bizzarrie attraverso un centinaio di quadri, sculture, stampe e foto.

Perché in realtà anche grandi artisti come Durer e Picasso, come Degas e Manet, non potevano non registrare quei gesti così particolari che appartenevano alle loro epoche, non pubblici, certo, ma comunque  'rivoluzionari' rispetto al passato. Pittori meno noti si sono attardati su particolari più precisi, magari anche più 'piccanti', e il prestito di alcuni dipinti che non erano mai stati mostrati dal momento della loro creazione, contribuisce a fare di questa mostra un unico che coniuga storia e storia dell'arte nella ricerca di nuove conoscenze. D'altronde è noto che molte opere, considerate scandalose, venivano tenute nascoste da tendine o da altri dipinti più convenzionali nei luoghi appartati dei palazzi, per poi essere mostrati soltanto a pochi intimi. Ne è prova 'L'Origine del mondo' di Gustave Courbet, la cui storia, piena di sotterfugi e ancora molto lacunosa, è riemersa con la sua acquisizione, non senza polemiche e qualche rossore, da parte del Museo d'Orsay.

E siccome la Storia, come ci ha insegnato Cicerone, non deve mai tacere la verità, sarà bene riconoscere subito che proprio l'epoca più luminosa e radiosa nell'arte e nelle lettere, quella del Rinascimento, è stata la più sporca, fisicamente parlando, che sia mai esistita. Farsi un bel bagno in quei secoli così ridondanti di fasti e splendori, era una pratica  eccezionale e anche se signori e regnanti dedicavano un pezzetto dei loro sontuosi appartamenti alla cosiddetta 'baignerie', adornandandola con affreschi, stucchi e fini decori, in realtà quegli spazi servivano solo a dimostrare la ricchezza dei loro proprietari, ma poco o niente a lavarsi. Anche perché l'idea di usare l'acqua li riempiva di orrore, viste le prescrizioni dei medici che consideravano quel liquido trasparente assai pericoloso per il propagarsi delle malattie, in particolare la peste. Scriveva persino il sommo Erasmo che lavarsi con l'acqua generava mal di denti e male agli occhi, oltre ad illanguidire il viso e renderlo più suscettibile al freddo in inverno e più sottoposto ad abbronzarsi in estate. Dunque  l'acqua continuò a  venir usata in maniera assai parsimoniosa anche nel Seicento,  solo per lavarsi le mani, mentre il resto della 'toilette' mattutina si basava su un panno bianco da strusciare sulle varie parti del corpo, giusto per 'sgrassare' un po' la pelle. I quadri e le stampe dell'epoca lo mettono spesso in bella vista nelle camere delle signore che eseguivano questa preparazione alla presenza delle domestiche, di bambini, ma anche di signori andati a far loro visita: il concetto di intimità, infatti, non esisteva, almeno per quanto riguarda la pulizia personale. In fondo bastava incipriarsi bene per affrontare la giornata, magari senza dimenticare di cospargersi di profumi così da  limitare gli inevitabili odori che uscivano dai movimenti degli eleganti vestiti tutti raso e pizzi. Ci vorrà il bidet, che fa la sua apparizione nel Settecento, a modificare le abitudini e a rendere più frequente l'abluzione delle parti  segrete del corpo, dopo che i medici avevano cambiato idea sull'uso dell'acqua. Ma per lunghi anni, quello che viene indicato come 'le confidents des dames', verrà ritenuto un oggetto scandaloso, allo stesso modo del 'bordalou', sorta di vaso per le necessità femminili, il cui nome deriva dal predicatore gesuita Louis Bourdaloue, per allusione, pare, alle confidenze che lui riceveva confessando le damigelle. Certo, per le povere signore non doveva essere facile raccogliere tutte quelle vesti, sottovesti e crinoline per arrivare finalmente nel punto giusto. Vero è che nel frattempo gli uomini non erano più ammessi ad assistere a queste scene: così il pittore si trasforma in 'voyeur' invitando anche noi ad assistere a spettacoli ormai proibiti. In mostra due tele di François Boucher, artista preferito di Luigi XV, scoprono una signora affannata nel tentativo di spostare quel vestito di seta tutto fiocchi e merletti....tele, beninteso, destinate solo agli amici più intimi del padrone di casa.

L'arte ci insegna anche che con l'arrivo dell'Ottocento ogni camera da letto che si rispettasse veniva dotata di un tavolo da toilette con la brocca, un grande catino e altri utensili atti alle abluzioni mattutine. Le porte si chiudono, tutti sono ormai d'accordo sulla necessità di lavarsi e l'acqua torna finalmente ad essere protagonista della pulizia personale, poco importa se dopo, per disfarsene, veniva gettava dalla finestra. Ma la tecnica e il progresso porteranno anche i tubi e, vivaddio, qualcuno, inventò la stanza da bagno. Certo, nel 1914, alla vigilia della guerra, erano in molti a guardare ancora con sospetto quello strano equipaggiamento isolato dal resto della casa, però per gli artisti era un nuovo confronto. Steinlen, Degas, Toulouse-Loutrec, Bonnard dipingeranno questa vita moderna con curiosità, sottolineando gli aspetti di gioia e benessere che derivavano dai nuovi riti. E più tardi anche Picasso e Leger, tra gli altri, si dovranno misurare con le forme di edonismo nate dalla scoperta dei misteri del proprio corpo. Edonismo oggi esploso fino ad arrivare al culto della nostra immagine. E' troppo? Quale sarà la prossima tappa? Impossibile prevederlo, ma se è vero che la Storia è maestra di vita sarà bene difendere a spada tratta il gabinetto (ops... la toilette) e la nostra intimità.