Giovedì 16 Maggio 2024

Messa di Natale a San Pietro. Papa Francesco: "Il mondo ha bisogno di tenerezza"

Il Pontefice: "La vita va affrontata con bontà. Dio è più forte delle tenebre e della corruzione". Oltre 5mila fedeli presenti. Evento in mondovisione

Papa Francesco durante la messa di Natale (AP)

Papa Francesco durante la messa di Natale (AP)

Roma, 24 dicembre 2014 - "Abbiamo il coraggio di accogliere con tenerezza le situazioni difficili e i problemi di chi ci sta accanto, oppure preferiamo le soluzioni impersonali, magari efficienti ma prive del calore del Vangelo? Quanto bisogno di tenerezza ha oggi il mondo!". Sono le parole di Papa Francesco nell'omelia della messa di Natale in San Pietro. Per il Pontefice è il secondo Natale in Vaticano. La Basilica è gremita da circa 5mila fedeli; il rito è trasmesso in mondovisione.

L'OMELIA - "La vita va affrontata con bontà , con mansuetudine", ha detto Bergoglio durante l'omelia. L'immagine del "bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia" èil segno dell'umiltà  di Dio portata all'estremo; l'amore con cui, quella notte, Egli ha assunto la nostra fragilità , la nostra sofferenza, le nostre angosce, i nostri desideri e i nostri limiti". "Il messaggio che tutti aspettavano, quello che tutti cercavano nel profondo della propria anima - ha sottolineato Francesco -, non era altro che la tenerezza di Dio: Dio che ci guarda con occhi colmi di affetto, che accetta la nostra miseria, Dio innamorato della nostra piccolezza". "In questa santa notte, mentre contempliamo il Bambino Gesù appena nato e deposto in una mangiatoia, siamo invitati a riflettere. Come accogliamo la tenerezza di Dio? Mi lascio raggiungere da Lui, mi lascio abbracciare, oppure gli impedisco di avvicinarsi?", ha proseguito. "Quando ci rendiamo conto che Dio è innamorato della nostra piccolezza, che Egli stesso si fa piccolo per incontrarci meglio - ha aggiunto -, non possiamo non aprirgli il nostro cuore, e supplicarlo: 'Signore, aiutami ad essere come te, donami la grazia della tenerezza nelle circostanze più dure della vita, donami la grazia della prossimità di fronte ad ogni necessità , della mitezza in qualsiasi conflitto".

"Dio non conosce lo scatto d'ira e l'impazienza; è sempre lì, come il padre della parabola del figlio prodigo, in attesa di intravedere da lontano il ritorno del figlio perduto", ha assicurato il Pontefice,  sottolineando che "questa è la pazienza di Dio". "Come è difficile capire questo", ha commentato ripetendo poi con tono accorato le parole: "la pazienza di Dio". "Dio che aveva riposto le proprie attese nell'uomo fatto a sua immagine e somiglianza - ha ricordato - aspettava". Secondo Francesco, "Egli ha atteso talmente a lungo che forse ad un certo punto avrebbe dovuto rinunciare". "Invece - ha sottolineato - non poteva rinunciare, non poteva rinnegare se stesso. Perciò ha continuato ad aspettare con pazienza di fronte alla corruzione di uomini e popoli".

 Nella Notte Santa di Betlemme, la "grande luce" promessa da Isaia "la vide la gente semplice, disposta ad accogliere il dono di Dio. Al contrario, non la videro gli arroganti, i superbi, coloro che stabiliscono le leggi secondo i propri criteri personali, quelli che assumono atteggiamenti di chiusura", ha ricordato Papa Francesco nell'omelia. "L'origine delle tenebre che avvolgono il mondo si perde nella notte dei tempi", ha sottolineato il Pontefice invitando i fedeli presenti e quelli che assistevano al rito grazie alla mondovisione a ripensare "all'oscuro momento in cui fu commesso il primo crimine dell'umanità, quando la mano di Caino, accecato dall'invidia, colpì a morte il fratello Abele".  In seguito, ha ricostruito Francesco, "il corso dei secoli è stato segnato da violenze, guerre, odio, sopraffazione". Ma, ha aggiunto, "lungo il cammino della storia, la luce che squarcia il buio ci rivela che Dio è Padre e che la sua paziente fedeltà è piu' forte delle tenebre e della corruzione". "In questo - ha scandito - consiste l'annuncio della notte di Natale". 

Papa Francesco ha poi concluso la liturgia della Notte di Natale seguendo - con il Bambinello tra le braccia - la processione verso il presepe che e' stato allestito all'interno della Basilica di San Pietro.

Durante la messa della Notte di Natale in San Pietro,  Bergoglio ha ascoltato in ginocchio l'esecuzione, da parte dell'Orchestra Sinfonica di Pittsburgh diretta dall'austriaco Manfred Honeck e della solista Chen Reiss, soprano di origini israeliane, dell' "Et incarnatus est" della Messa in Do minore K427 di Wolfgang Amadeus Mozart. L'esecuzione, una delle novità delle messa di Natale di quest'anno, è avvenuta all'interno del 'Credo', inserendosi tra i canti liturgici gregoriani. Papa Bergoglio, parlando dell' "Et incarnatus est", ha detto che "è insuperabile, ti porta a Dio".