Lunedì 6 Maggio 2024

Papa Francesco lancia un appello ai mafiosi: "Convertitevi, la Chiesa vi accoglierà"

Dopo la scomunica pronunciata il 21 luglio, il Pontefice torna sul tema dei mafiosi: "Non si può dirsi cristiani e violare la dignità delle persone". In mattinata aveva ricevuto la cancelliera Merkel

Papa Francesco

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CdV, 21 febbraio 2105  - Dopo aver affermato che sono "scomunicati", Papa Francesco ora chiede ai mafiosi una "conversione pubblica", ricordando che "non si può dirsi cristiani e violare la dignità delle persone: quanti appartengono alla comunità cristiana non possono programmare e consumare gesti di violenza contro gli altri e contro l'ambiente". La scomunica era stata pronunciata da Bergoglio il 21 giugno dell'anno scorso a conclusione del suo pellegrinaggio in Calabria, a Cassano all'Ionio, e oggi che la diocesi guidata dal segretario Cei Nunzio Galantino compie la "visita di restituzione", il Papa torna sulla questione: "A quanti hanno scelto la via del male e sono affiliati a organizzazioni malavitose rinnovo - scandisce - il pressante invito alla conversione. Aprite il vostro cuore al Signore! Il Signore vi aspetta e la Chiesa vi accoglie se, come pubblica è stata la vostra scelta di servire il male, chiara e pubblica sarà anche la vostra volontà di servire il bene".

Secondo Papa Francesco, dunque, "i gesti esteriori di religiosità non accompagnati da vera e pubblica conversione non bastano per considerarsi in comunione con Cristo e con la sua Chiesa". "I gesti esteriori di religiosità non bastano per accreditare come credenti quanti, con la cattiveria e l'arroganza tipica dei malavitosi, fanno dell'illegalità il loro stile di vita", spiega ai fedeli di Cassano all'Ionio, ai quali pure rivolge un forte appello: "Opponetevi alla cultura della morte e siate testimoni del Vangelo della vita! La luce della Parola di Dio e il sostegno dello Spirito Santo vi aiutino a guardare con occhi nuovi e disponibili alle tante nuove forme di povertà che gettano nella disperazione tanti giovani e tante famiglie". "Il nostro tempo - esclama il Papa - ha un grande bisogno di speranza! Ai giovani non può essere impedito di sperare; a quanti vivono l'esperienza del dolore e della sofferenza occorre offrire segni concreti di speranza. Le realtà sociali e associative, come pure i singoli che si adoperano nell'accoglienza e nella condivisione, sono generatori di speranza". "Pertanto - conclude - esorto le vostre comunità cristiane ad essere protagoniste di solidarietà, a non fermarsi di fronte a chi, per mero interesse personale, semina egoismo, violenza e ingiustizia".