Mercoledì 1 Maggio 2024

Il Big Bang di Francesco

Certo, Dio non è mago Merlino. E non ha mai avuto la bacchetta magica per fare le cose. Eppure tutto quello che ci circonda comincia e finisce con lui. Suadente e aneddotico, Papa Francesco ha riletto a modo suo il libro della Genesi, raccontando la creazione come se avesse davanti gli occhi sorpresi di un bambino. Invece lo ha fatto parlando alla Pontificia Accademia delle Scienze, fior di professori ai quali spiegare come il Big-Bang, che oggi si pone all’origine del mondo, non contraddice affatto l’intervento creatore divino ma anzi lo esige. Perché in natura l’evoluzione non contrasta con la nozione di creazione. Non è una rilettura originale. Lo avevano già sostenuto Pio XII nel 1951 e Giovanni Paolo II nel 1996, davanti alla stessa Accademia: la Chiesa accetta, anzi fa proprie le spiegazioni scientifiche sul come sia avvenuta la creazione. Ma rivendica per sé la spiegazione teologica sul perché il brodo primordiale abbia dato origine al mondo. Che «non è opera del caos, ma deriva direttamente da un principio supremo che crea per amore». Alla faccia di Darwin e degli evoluzionisti duri e puri, secondo i quali nessun meccanismo particolare sta alla base della creazione dell’uomo, che sarebbe solo un caso particolare di una teoria che rende conto dell’evoluzione di qualunque altra specie vivente. Ma l’uomo è un’altra cosa. Punto. Forse quella di Bergoglio non sarà una spiegazione scientificamente inappuntabile, ma è bello pensare che, nella notte dei tempi, le cose siano andate proprio come dice lui.