Lunedì 6 Maggio 2024

Ripartire dal perdono

Roma, 2 settembre 2015 - LE FOTO volutamente ostentate di lui che in San Pietro si sottopone al sacramento della penitenza, in ginocchio all’esterno del confessionale, avevano fatto il giro del mondo e mostrato a tutti l’importanza che papa Francesco attribuisce alla confessione, vero cardine della spiritualità ignaziana. Fino a quel momento i papi si confessavano quasi in segreto, come fosse una colpa o comunque una cosa da nascondere. Così non stupisce più di tanto che Bergoglio abbia indetto un giubileo sul tema della misericordia, che è l’altra faccia della confessione, e che i primi gesti preparatori al grande appuntamento di dicembre siano tutti legati al concetto di penitenza e redenzione. Ieri Bergoglio ne ha annunciati tre, e il più significativo appare la possibilità per tutti i sacerdoti di assolvere il peccato di aborto, cosa finora riservata (finito il giubileo, tornerà a esserlo) solo ai vescovi o a speciali penitenzieri. Il messaggio che Francesco intende dare è di massima apertura della Chiesa non tanto verso un peccato da sempre stigmatizzato con grande forza, quanto verso coloro che lo hanno commesso o procurato. Sapendo che tutti i sacerdoti possono assolverlo, adesso sarà più facile per chi lo ha commesso trovare il modo di aprirsi, di fare una riflessione su se stessi e ritrovare la forza di guardare avanti. Francesco non cambia la dottrina sull’aborto, che per la Chiesa resta un «crimine», come ieri lo ha definito padre Federico Lombardi, ma apre ancora di più le porte delle parrocchie a chi lo ha commesso e se ne è pentito o intende pentirsi.

MISERICORDIA per il Papa, è appunto questo. È essere guardati con amore e avere la possibilità di ripartire. Come il bellissimo motto che lui ha voluto nel suo stemma pontificio («Miserando atque eligendo», ossia «lo guardò con misericordia e lo scelse») e come, sempre lui, chiede di fare ai governi di tutto il mondo con un gesto di clemenza per i carcerati. Ciò che chiede il Papa non è un atto dal valore politico, ma intimamente evangelico e genuinamente pastorale. Andare a trovare i carcerati è una delle opere di misericordia corporale descritte dalla Chiesa e richiamata direttamente nel vangelo da Gesù, e Bergoglio, che resta intimamente un prete di periferia anche da cardinal andava spesso in carcere a incontrare i reclusi. Per dare la possibilità a tutti di ripartire.