Domenica 19 Maggio 2024

Ocse bacchetta l'Italia: "Bene Jobs Act, ma ritardo su riforme"

E' quanto sottolinea l'Ocse nel capitolo dedicato all'Italia del rapporto 'Going for growth 2015'.

Un momento delle ''verifiche'' al liceo Visconti di Roma (Ansa)

Un momento delle ''verifiche'' al liceo Visconti di Roma (Ansa)

Roma, 9 febbraio 2015  - Il decreto sullo Jobs Act "ha rimosso la maggior parte dei limiti all'utilizzo dei contratti a breve termine per un totale di tre anni" e dà mandato al governo di "introdurre una serie di riforme potenzialmente importanti entro metà 2015". Nondimeno il provvedimento deve essere accompagnato da "una rete di sicurezza sociale più estesa e dallo sviluppo di politiche del mercato del lavoro attive". E' quanto sottolinea l'Ocse nel capitolo dedicato all'Italia del rapporto 'Going for growth 2015'.

L'organizzazione di Parigi sottolinea come sia prioritario "un riequilibrio della protezione dei lavoratori, dal posto di lavoro al salario", in quanto l'Italia soffre di "un mercato del lavoro duale" con una protezione "molto alta" limitata ad alcune categorie contrattuali e una rete di sicurezza sociale "relativamente frammentata". L'esecutivo, secondo l'Ocse, dovrebbe quindi continuare a ridurre questa dualità tramite "una maggiore flessibilità in entrata e in uscita e procedure legali più lineari e meno costose". Quanto alle politiche attive per il mercato del lavoro, l'Osce suggerisce di individuarle attraverso "il sistema di monitoraggio istituito dalla riforma del 2012 per identificare quali misure siano più efficienti dal punto di vista dei costi così da concentrare le risorse su di esse". 

ITALIA TAGLI CUNEO FISCALE, E TASSAZIONE MENO COMPLICATA  - L'Italia dovrebbe ridurre il cuneo fiscale "alto per i salari bassi" e migliorare l'efficienza del proprio sistema di tassazione, ritenuto "troppo complicato" dal punto di vista normativo, anche nell'ottica di una più decisa lotta a un'evasione che rimane "elevata". L'organizzazione di Parigi critica le "frequenti modifiche alle tasse sugli immobili", che hanno portato "instabilità e incertezza" e invita l'Italia a "ridurre le distorsioni e gli incentivi a evadere riducendo le elevate aliquote nominali e abolendo numerose voci di spesa". Secondo l'Ocse, occorre inoltre "ridurre l'instabilità della legislazione fiscale evitando le misure provvisorie" e "mantenendo l'impegno a evitare le sanatorie fiscali", nonché "continuare a ridurre le tasse sul lavoro quando la situazione fiscale lo consente". 

PRIVATIZZAZIONI NON HANNO RAGGIUNTO OBIETTIVI  - Il programma di privatizzazioni annunciato dall'Italia "non ha raggiunto gli obiettivi prefissati". Col rapporto 'Going for Growth 2015' invita quindi il governo a "portare avanti le privatizzazioni ed eliminare i legami proprietari tra enti locali e fornitori di servizi". 

PROCESSO RIFORME RALLENTATO NEGLI ULTIMI DUE ANNI - In Italia negli ultimi due anni "gli sforzi per le riforme hanno rallentato rispetto al periodo 2011-2012" e il Paese si trova pertanto "indietro rispetto alel altre nazioni dell'area periferica dell'Eurozona". "Ad ogni modo, il governo ha recentemente completato le prime tappe del suo esteso programma di riforme strutturali", aggiunge l'Ocse, "portare avanti questo programma con determinazione, applicando in modo efficace le riforme preesistenti, dovrebbe aiutare a raggiungere una crescita più robusta e inclusiva". 

INTERVENIRE SU EDUCAZIONE E FORMAZIONE, RIMUVERE BARRIERE A CONCORRENZA  - Intervenire sul sistema educativo e sulla formazione, al fine di migliorare le competenze dei lavoratori non specializzati, e rimuovere le barriere alla concorrenza. In particolare, secondo l'Ocse, sulla concorrenza pesano "l'inefficienza dei tribunali civili" e alle leggi fallimentari che "nonostante alcuni miglioramenti, portanto ancora a procedure di recupero dei debiti più lente e costose che in altri paesi". Per l'organizzazione di Parigi, è inoltre opportuno "digitalizzare le procedure", così da rendere più snella la giustizia civile.

CRIS HA AUMENTATO DISAGIO SOCIALE, GIOVANI I PIU' COLPITI - La crisi "ha aumentato il disagio sociale, poiché ha colpito duramente le famiglie a basso reddito, con i giovani che subiscono la più ingente perdita di reddito e sono esposti a un crescente rischio di poverta". "La crisi finanziaria e una ripresa continuamente modesta hanno portato a una riduzione del potenziale di crescita in gran parte dei paesi più avanzati, mentre in molte economie emergenti si è verificato un rallentamento", sottolinea il rapporto, "tra le sfide politiche nel breve termine figurano la disoccupazione costantemente alta, il rallentamento della produttività, il disavanzo del bilancio pubblico e il debito pubblico elevati, nonché le rimanenti fragilità del settore finanziario".

"Le sfide di lungo termine", continua l'Ocse, "comprendono l'invecchiamento della popolazione, nonché gli effetti sulla disparità del reddito dovuti al passaggio a tecnologie ad alta specializzazione e l'impatto del degrado ambientale sulla salute e sulla crescita futura". "E' necessario adottare politiche strutturali solide per far fronte a molte delle sfide nel breve e nel medio termine che impegnano sia le economie più avanzate che le economie emergenti". Tra le nuove priorità di riforma, l'organizzazione di Parigi identifica, tra le altre, "l'incremento della qualità e dell'inclusività dei sistemi di istruzione, la redistribuzione delle risorse alla luce dei cambiamenti in atto e la rimozione degli ostacoli a una maggiore occupazione e partecipazione al mercato del lavoro dei gruppi sottorappresentati, quali le donne, i giovani, i lavoratori scarsamente qualificati e quelli anziani".

IL REDDITO ITALIANI SCENDE ANCORA SOTTO MEDIA EUROPEA - Il reddito pro capite dell'Italia è sceso "ancora più in basso rispetto alle principali economie dell'Ocse" a causa della "mancata ripresa dalla recessione". Il gap rispetto ai primi 17 paesi Ocse, si legge nel rapporto, è passato dal 22,7% al 30% dal 2007 al 2013. 

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