Domenica 6 Ottobre 2024
ANDREA ROPA
Economia

Mutui, i tassi scendono ancora. L’Italia cresce a velocità diverse

In aprile l’interesse si ferma al 3,67% contro il 4,42% di dicembre. Turismo da record, soffre l’industria

Mutui, i tassi scendono ancora. L’Italia cresce a velocità diverse

Mutui, i tassi scendono ancora. L’Italia cresce a velocità diverse

Non si arresta la frenata dei mutui sulla casa. Anche in aprile, rileva l’Abi, il tasso medio è sceso al 3,67% dal 3,79% di marzo e dal 4,42% di dicembre. Di pari passo, però, risolleva la testa il costo del denaro per i finanziamenti alle imprese, che in aprile si è assestato al 5,32% contro il 5,26% di marzo. Il tasso medio sul totale dei prestiti resta stabile al 4,8%. Un livello percepito ancora come alto da famiglie e imprese che, dopo il -2,6% di marzo, in aprile hanno ridotto di un ulteriore 2,5% il ricorso ai prestiti. Di conseguenza, il livello degli impieghi totali (1.412 miliardi) è il più basso da aprile 2019.

L’andamento dei tassi, specie quello sui mutui, "non è sostanzialmente diverso da quanto registrato nei mesi precedenti" ed è confermata la capacità di anticipo dei mercati rispetto ai trend dell’economia reale, commenta il vice direttore generale vicario dell’associazione bancaria, Gianfranco Torriero. Soprattutto i mutui a tasso fisso "stanno incorporando con anticipo le attese di calo dei tassi da parte della Bce", mentre "per i contratti variabili è probabile ci possa essere un effetto positivo dalle prossime decisioni della Banca centrale". Il tasso sui soli depositi in conto corrente in aprile è salito allo 0,59% (contro lo 0,57% nel mese precedente), tenendo presente che il conto corrente "permette di utilizzare una moltitudine di servizi e non ha la funzione di investimento", puntualizza l’Abi.

Intanto un report della Fisac-Cgil sui risultati di bilancio nel primo trimestre evidenzia come il sistema "continui a macinare record", con i primi sette gruppi bancari del Paese (Intesa Sanpaolo, UniCredit, Bpm, Mps, Bper, Popolare di Sondrio e Credem) che hanno fatto registrare utili complessivi per 6,3 miliardi, in aumento del 25,6% sui primi tre mesi del 2023.

L’Osservatorio sulla desertificazione bancaria della First Cisl rileva invece che aumentano i Comuni italiani senza filiali bancarie sul loro territorio: nei primi tre mesi dell’anno altri sette hanno visto chiudere l’ultimo sportello presente, aggiungendosi ai 3.282 "abbandonati" negli scorsi anni, pari al 41,5% del totale, con una forte accelerazione a partire dal 2015.

Da Confindustria si confermano le attese di una ripresa dell’economia, che segnala però "velocità diverse", con un buon andamento dei servizi e un turismo record, a cui fanno da contrappeso performance deludenti per quanto riguarda l’industria e i consumi di beni. Nel primo trimestre 2024 il Pil italiano è cresciuto (+0,3%), ma secondo il Centro Studi dell’associazione "agiscono negativamente i problemi nei trasporti mondiali di merci, l’energia ancora cara, i tassi ai massimi. La fiducia di famiglie e imprese è in calo". Nei giorni scorsi la Commissione Ue aveva previsto una crescita dell’economia italiana dello 0,9% quest’anno.

Per rispettare le regole del nuovo Patto di stabilità Ue, da Bruxelles si fa strada l’idea di chiedere all’Italia un aggiustamento strutturale dello 0,5-0,6% del Pil in 7 anni, per un valore di circa 10 miliardi l’anno. Dunque la capacità di spesa si farà più stretta dal 2025 in poi, una correzione che viene già considerata dal Def sui saldi 2024-25 e che, dopo l’indicazione della Commissione europea, influenzerà anche gli anni successivi.