Villois
Il malefico Superbonus 110% schiude polemiche nella maggioranza, nelle categorie economiche e anche con le banche. Si stanno delineando posizioni contrapposte tra chi – come le rappresentanze del sistema delle costruzioni – ha interessi che innegabilmente ricadono anche sui molti utilizzatori corretti e in buona fede, i quali giustamente rimproverano alla politica, e in questo caso al governo, l’inaccettabilità della retroattività dei provvedimenti, e chi, viceversa e giustamente, ritiene che i conti pubblici dissestati hanno tra i principali imputati proprio il Superbonus 110% e annessi, a cominciare dal ministro del Tesoro Giorgetti. Difficile non riconoscere a entrambe le posizioni di avere ragioni a sostegno delle proprie posizioni e contro o a favore del blocco praticamente totale dei benefici riconosciuti precedentemente. Contrarie al provvedimento retroattivo le banche, delle quali è bene ricordare la solidità tra le più concrete dell’area Eurolandia. Ma un’ondata di molte decine di migliaia di perdite dei soggetti coinvolti nel provvedimento creerebbe un mini tsunami sull’intero sistema socio economico del Paese e imporrebbe alle banche di assumere rischi che non possono che essere in carico a chi, ovvero tutte le forze politiche, il provvedimento del Superbonus, alla ricerca del consenso, lo ha approvato e modificato varie volte negli ultimi tre anni. È necessario dunque che il governo intervenga, dopo aver sentito dalle banche l’entità delle ricadute che il provvedimento potrebbe avere su correntisti, imprese e famiglie.