Giovedì 25 Aprile 2024

Orlando Furioso, incantamenti e follie. A Reggio Emilia ecco la mostra-evento

A Palazzo Magnani fino all'11 gennaio la mostra curata da Sandro Parmiggiani per esplorare l'opera di Ludovico Ariosto

Aligi Sassu, Angelica

Aligi Sassu, Angelica

Reggio Emilia, 4 ottobre 2014 - "La prima grande opera di fantascienza. Non è azzardato definirla così”. La stava cercando la definizione, il critico d'arte Sandro Parmiggiani, per spiegare che cos'è L'Orlando Furioso al pubblico accorso per il vernissage della mostra-evento, e finalmente l'ha trovata. Forza di un classico, capace di creare il ponte fra passato e futuro anteriore.

“Pensate ad Alejandro Jodorowskj e alla sua saga dei Metabaroni, uno dei capolavori del moderno fumetto fantascientifico. Il viaggio che compie Astolfo sulla luna, per recuperare il senno perduto di Orlando, non ha una portata straordinaria?”. Ecco smentito all'istante chi pensava al poema cavalleresco come a qualcosa di vetusto, sorpassato. E lo stesso vale per il suo autore. Che più che un pianeta, attorno al quale si sono espressi oltre cinquanta fra i più importanti artisti contemporanei italiani e stranieri, è una “stella fissa”. Perlacea, lunare, come si presume debba essere il colore dei poeti e la carnagione di Angelica, la musa del suo poema più famoso.

Questo è Ludovico Ariosto (Reggio Emilia 1474-Ferrara 1533) nella definizione che ne dà Avde Iris Giglioli, presidentessa di quella Fondazione Palazzo Magnani che oggi si fa vanto di aprire all'Italia l'esposizione sull'Orlando Furioso, a 540 anni dalla nascita del suo autore.

Esploriamo l'Orlando, le sue Donne, i Cavalier, l'Arme e gli Amori, nelle stanze di un'istituzione che si affaccia su corso Garibaldi, a breve distanza da un luogo in cui nasceva uno dei massimi interpreti della civiltà del nostro Rinascimento. Con lo sguardo, la testa e il cuore invasi dall'Ariosto, infinito cacciatore di immagini, ci apprestiamo a fissare su carta un grammo della sua inesauribile fantasia e originalità. “Incantamenti, passioni e follie. L'arte contemporanea legge l'Ariosto” è il titolo della mostra curata da Sandro Parmiggiani, in programma da oggi sabato 4 ottobre fino all'11 gennaio 2015, e che sottende un'idea del mondo come di pura meraviglia.

Un concetto caro al letterato, qui ripreso in modo rispettoso ed encomiastico (attraverso le collezioni del Furioso di proprietà della Biblioteca Panizzi di Reggio e della fondazione Pietro Manodori), suggestivo (Manolo Valdés, Sandro Chia, Davide Benati e Omar Galliani), ironico e baldanzoso (Guido Crepax e la sua Valentina in dialogo con l'ippogrifo- incanto per gli occhi, ma anche Lorenzo Mattotti e Giuseppe Camuncoli), iconico e calligrafico (Giuliano Della Casa). Nelle opere si indaga la persistenza della fortuna dell’Ariosto non solo nella letteratura (pensiamo all’ammirazione che gli tributò Italo Calvino, a Jorge Luis Borges, che si faceva leggere le preziose ottave, e alla ri-scoperta recente nella letteratura universitaria americana), ma in campi artistici quali la pittura, l’illustrazione e il fumetto, la fotografia, e in altri linguaggi trasversali del sapere, tutti considerati di pari dignità.

LA NOVITA' - Ecco l'elemento inedito, teso a coinvolgere più pubblico possibile. Ogni forma d'arte qui presente non surclassa l'altra, ma convive accanto ad essa, rinforzandola e traendo dalle altre nuova linfa. Vedremo gli esiti del confronto tra Valerio Adami, Concetto Pozzati, Tullio Pericoli, Hidetoshi Nagasawa, Emilio Isgrò, Enzo Cucchi, Vladimir Velickovic, Roberto Barni, Lucio Del Pezzo, ma anche tra i fotografi Nino Migliori, Vittore Fossati, Marco Bolognesi, con il testo del Furioso, per verificare l’influenza sull’immaginario creativo di una visione del mondo e delle umane esistenze che non può essere consegnata agli archivi del passato.

LE INFLUENZE - Individua, il curatore, le varie influenze che il poeta ha avuto negli ormai cinque secoli che ci separano dalla sua prima pubblicazione, datata 1516: si va dagli inglesi Edmund Spenser, Shakespeare e Lord Byron, agli spagnoli con in testa il Cervantes del Don Chisciotte fino alla letteratura russa. E' Osil Mandelstam che nel 1933 tributa all'Ariosto un affettuoso omaggio: “L'uomo più piacevole e intelligente di tutta Italia”.

LAMPEDUSA, FURIOSA - Il ricordo delle atroci battaglie tra Cristiani e Saraceni nelle acque di Lampedusa diede a Ludovico Ariosto l'idea di ambientare sull'isola un duello tra paladini di Francia e Saraceni, nelle pagine dell'Orlando. Un tema che ci rimanda alla nostra più tragica attualità.

JIM JARMUSCH DIXIT - Tale è la portata dell'epica, che si presta come poche agli assolutismi. Non esita, il regista americano Jim Jarmusch, quando la definisce: "La più grande opera di narrativa mai scritta".

Un ulteriore tassello che delinea la mostra caleidoscopio voluta da Parmiggiani: “Vado con la memoria agli adattamenti teatrali del poema. Memorabile quella messa in scena nel 1969 da Luca Ronconi, su testo di Edoardo Sanguineti, documentata in mostra dalle foto di Franco Vaccari. E' una delle opere che hanno goduto nei secoli, pur con qualche periodo di oscuramento, di più vasta ammirazione e interesse. Si pensi alla sua intima, moderna struttura. Di qui, la crescente sintonia della cultura letteraria americana con l’Ariosto, in un Paese in perenne ricerca di una frontiera da raggiungere e valicare. Anche in campo artistico, la fortuna dell’Ariosto è stata assai diffusa, da Tiziano a Guido Reni, da Fragonard a Gustave Doré. La mostra di Palazzo Magnani giunge a quarant’anni dalle celebrazioni del 500° della nascita del poeta (mostra a Palazzo dei Diamanti di Ferrara).

PIU' DI UN CATALOGO - Il vasto catalogo della mostra intende essere un libro che vada ben al di là dell’occasione espositiva, suddiviso in capitoli affidati a importanti autori italiani e stranieri (tra gli altri, Gianni Celati, Giulio Ferroni, Valerio Magrelli, Ermanno Cavazzoni, Lina Bolzoni, Antonio Faeti, Franco Farinelli, Luigi Ballerini, Massimo Ciavolella, Dennis Looney e Jarmusch), a critici e storici dell’arte e dell’illustrazione, capitoli corredati dalle immagini delle opere esposte, così da farne un documento prezioso e duraturo: “Un libro da leggere, oltre che da guardare”-il commento conclusivo.

UN CARTELLONE - A corredo della mostra, sono stati pensati più di 70 eventi: concerti, conferenze, danze, favole, film, gastronomia, spettacoli, mostre, itinerari, letture e altre cento e una interpretazioni. Ma gli incantamenti – per riprendere il titolo della mostra - sono appena iniziati.

VISITA - Orari: da martedì a giovedì, 10-13/15-19; venerdì, sabato e festivi, 10-19. La biglietteria chiude alle 18.