Venerdì 26 Aprile 2024

Moratti provoca: «Che bello lo scudetto a tavolino»

Giulio Mola Milano COME sarà l'Inter a fine mercato? Molto probabilmente con due attaccanti esterni in più. Arriverà uno fra Perisic (per il quale oggi scade l'ultimatum dato al Wolfsburg, con l'offerta complessiva di 20 milioni) e Lamela (ci sarebbe un'intesa di massima con il Tottenham e l'entourage del calciatore, prestito oneroso con diritto di riscatto alle stesse cifre del croato). E poi si aspetta una risposta da Lavezzi: i nerazzurri gli hanno fatto una proposta, tocca all'argentino decidere se allungare la sua carriera a Milano ma con un contratto meno ricco rispetto a quello attuale. Le alternative al Pocho sono le solite: Perotti, Ljajic o Borini (in scadenza di contratto). Nel mirino restano pure Felipe Melo per il centrocampo e Siqueira per la fascia sinistra (Coentrao, altro obiettivo, ha firmato per il Monaco). Innesti che consentirebbero all'allenatore di cambiare i connotati alla squadra, perché in base ai volti nuovi il Mancio deciderà se giocare col 4-3-3 o col 4-2-3-1. Ma di mercato (e non solo) è tornato a parlare Massimo Moratti in un'intervista rilasciata a Premium Sport (verrà trasmessa questa sera alle 21.30). Raccontando alcuni retroscena della sua presidenza nerazzurra ha rivelato che Cantona, Totti e Mancini avrebbero potuto vestire la maglia dell'Inter. «Il primo è il francese. Forse avremmo cominciato prima a vincere, perché Cantona avrebbe spostato tutto. Lo stavo prendendo dopo il suo calcio al tifoso e poi, per un disguido di qualcuno, non arrivò più. Riguardo Totti ci fu la possibilità di trattarlo perché era in scadenza, ma la Roma non l'avrebbe mai lasciato andare via. Mancini, invece, ho cercato di comprarlo dalla Sampdoria, ma il presidente Mantovani lo considerava come un figlio e si mise quasi a piangere. Poi Mancini mi spedì una maglietta dell'Inter con uno scudetto cucito addosso, dicendomi che se un giorno io avessi pensato a lui avremmo vinto. Mi impressionò molto e di lì a poco lo presi come allenatore». Non solo. Rispondendo alla domanda su quale sia stato il titolo più bello e sentito conquistato nei suoi quasi vent'anni alla guida dell'Inter l'ex patron ha risposto: «Il trofeo al quale mi sento più legato è la Champions, anche se è scontato dirlo. Non disdegno lo scudetto vinto a tavolino, l'ho trovata una cosa giusta. Quello del 2010, invece, è uno di quelli che mi ha fatto soffrire di più». Esternazioni destinate a riaprire vecchie polemiche. Difficile che la Juve abbia gradito...