Lunedì 29 Aprile 2024

Marino con sopravvissuto Shoah paga al bar con carta istituzionale. Bufera M5S. Lui: "Ora basta pago tutto"

Il grillino ha raccontato l'episodio dirante una conferenza stampa sulle "spese pazze di Marino"

Alessandro Di Battista con la fotocopia dell'atto del sindaco Marino (LaPresse)

Alessandro Di Battista con la fotocopia dell'atto del sindaco Marino (LaPresse)

Roma, 7 ottobre 2015 - Ha offerto la colazione al sopravvissuto della Shoah con la carta di credito istituzionale. Erano 8 euro e 63. Per questo il sindaco dell'amministrazione capitolina Ignazio Marino è finito in un ginepraio di polemiche. A spiegarne la ragione, se a qualcuno fosse sfuggito il nesso, è il parlamentare del Movimento 5 stelle Alessandro Di Battista. "Avrebbe dovuto offrire pagando di tasca sua", è il suo pensiero, in estrema sintesi. Ma il sindaco capitolino, dopo mesi di polemiche, spiazza tutti e annuncia a sorpresa: "Rinuncio alla carta di credito del Comune e restituisco i 20mila euro spesi in questi due anni nell'interesse della città". Compresi, sottolinea, i 3.540 euro per la cena con il mecenate Usmanov, che hanno portato nelle casse del Campidoglio due milioni di euro.

Ma andiamo con ordine. Oggi i parlamentari pentastellati hanno organizzato una conferenza stampa convocata al palazzo dei Gruppi di Montecitorio, "in merito allo scandalo delle spese pazze del sindaco di Roma Ignazio Marino". "Per capire chi è il sindaco Marino - ha detto Di Battista - basti pensare che è stato capace di chiedere il rimborso per 8,63 euro spesi per una colazione offerta a un sopravvissuto dell'Olocausto durante un viaggio con gli studenti a Cracovia", ha riferito il parlamentare nel corso della conferenza stampa. Di Battista ha anche sventolato la fotocopia dell'atto, con firma autografa di Ignazio Marino, con il quale il sindaco giustifica la spesa fatta con la carta di credito dell'amministrazione capitolina. Nel documento mostrato dai Cinquestelle si legge: "Il sottoscritto Prof. Ignazio R. Marino, con riferimento al pagamento della somma di euro 8,63 effettuata in data 19/10/2013 in favore del ristorante di Cracovia, con la carta di credito avuta in dotazione dall'amministrazione capitolina per la carica di sindaco, dichiara sotto la propria responsabilità che detto pagamento è relativo ad una colazione offerta a un reduce dell'Olocausto in viaggio con gli studenti e la rappresentanza istituzionale al fine di dialogare con lui sull'organizzazione dei Viaggi della memoria e su iniziative future sullo stesso tema pensate per gli studenti delle scuole superiori". Il deputato Di Battista ha commentato, mostrando il documento: "Neanche in quella occasione dopo nove anni a nostre spese al Senato, ha pensato di pagare con i propri soldi". Ci ha pensato adesso. 

Decidendo di rinunciare alla carta di credito capitolina e restituire i 20mila euro spesi in questi due anni - oggettivamente non tanti - "sempre nell'interesse della città". "Di che cosa si preoccupano oggi i romani - scrive Marino in una nota -. Dei rifiuti, dei trasporti pubblici o degli scontrini delle mie cene di lavoro? Ciascuno si dia la sua risposta e sono convinto che la stragrande maggioranza dei cittadini sia interessata ai problemi di Roma. Di questo mi sono occupato anche oggi. Ma non è mia abitudine eludere i problemi e sono stufo di tutte queste polemiche. In questi due anni ho speso con la carta di credito messa a mia disposizione dal Comune meno di 20mila euro per rappresentanza, e li ho spesi nell'interesse della città. E' di questo che mi si accusa? - scrive Marino -. Bene, ho deciso di regalarli tutti di tasca mia a Roma e di non avere più una carta di credito del Comune a mio nome. Ho già dato mandato alla Ragioneria di calcolare questa stessa notte al centesimo le spese di rappresentanza pagate con la carta di credito e domattina staccherò l'assegno per l'intera cifra, ivi compresi quei 3.540 euro investiti nella cena con il mecenate Usmanov, arrivata alla fine di una serie di incontri che hanno portato nelle casse del Campidoglio due milioni di euro. E' grazie a quelle risorse che stiamo restaurando, tra l'altro, la fontana del Quirinale. La mia decisione mette un punto, e adesso basta polemiche. Dato che alcuni hanno deciso di investire la Procura di questa vicenda, saranno i magistrati a ristabilire la verità. Ma una cosa è chiara - prosegue Marino -. Sono stato io a mettere on line tutti gli atti di cui si parla in queste ore. Dopo gli anni opachi e neri è la mia amministrazione ad aver portato trasparenza. Faccio questo gesto per i romani, non per chi mi attacca. Ma ora voglio che Roma guardi avanti, guardi all'impegno per il Giubileo, ai cambiamenti necessari perché i cittadini vivano meglio in una città più moderna e accogliente. Guardo all'obiettivo giubilare, all'anno che si apre in anticipo l'8 dicembre e che si chiuderà a fine novembre del 2016. E' una sfida che Roma, con lo sforzo di tutti i cittadini e con il concorso del governo, saprà vincere. Da due anni c'è il tentativo di sovvertire la scelta democratica dei cittadini. Io continuerò sulla strada del cambiamento e - conclude - gli stessi cittadini giudicheranno".