Lunedì 6 Maggio 2024

Lo strazio della figlia: «Un eroe, ha

Deborah Bonetti LONDRA «DAREMO la caccia ai responsabili di questo atroce delitto e li trascineremo davanti alla giustizia, non importa quanto tempo ci vorrà». Queste le parole forti del primo ministro britannico, dopo la decapitazione dell’ostaggio scozzese, David Haines, di 44 anni, da parte dell’Isis. David Cameron ha tuonato: «Questi non sono musulmani, ma mostri. Siamo disgustati dal fatto che un cittadino britannico abbia potuto compiere un atto indicibile come questo». Il riferimento è al boia inglese, soprannominato ‘Jihadi John’, che finora si è sempre visto mascherato e vestito di nero alle spalle di ogni ostaggio occidentale prima della decapitazione. Dopo una riunione con la task force Cobra, ieri mattina, Cameron ha voluto rispondere con una vera e propria dichiarazione di guerra ai carnefici del Califfato, che ora minacciano di giustiziare un altro britannico (Alan Henning, 47 anni) a meno che l’Inghilterra non la smetta di dare appoggio agli americani nella guerra contro lo Stato islamico. Cameron ha replicato: «Siamo pronti a prendere qualsiasi misura necessaria per sconfiggere l’Isis. Sappiamo che da soli non possiamo farcela e siamo pronti a cooperare con il resto del mondo. Ma rimane il fatto che, la nostra sicurezza come nazione, il modo in cui viviamo le nostre vite nel paese tollerante e libero che è la Gran Bretagna, è sempre dipesa dalla nostra prontezza di reazione contro chi ci minaccia con l’odio e con la distruzione. E questo è esattamente ciò che faremo». INTANTO, la famiglia di David Haines, 44enne esperto di sicurezza e operatore sociale, che si era recato in Siria per aiutare la popolazione, si è detta distrutta dalla notizia della sua morte. Sposato due volte, con due figlie — una di 17 anni di primo letto e una di 4 anni dalla seconda moglie — Haines è stato rapito 19 mesi fa insieme all’italiano Federico Motka, quest’ultimo poi rilasciato a maggio. Alla famiglia scozzese di Haines era stato ordinato il silenzio, come ha raccontato la figlia Bethany: «Mio papà manca da 19 mesi, ma noi non potevamo dirlo a nessuno. È stato molto difficile». Il giorno prima dell’esecuzione, la famiglia aveva tentato un ultimo gesto disperato, inviando un messaggio ai suoi aguzzini perché si mettessero in contatto con loro. Ma è stato tutto inutile. Haines, descritto come «un vero eroe» da Cameron, è stato decapitato dopo aver letto un messaggio dettato dai suoi carnefici, in cui il premier britannico viene indicato come il «responsabile dell’esecuzione».