Mercoledì 24 Aprile 2024

Lo scisma nei sondaggi

QUANDO, nel 2011, prima di ricevere il benservito, l’allora primo ministro greco Papandreou indisse e poi annullò un referendum sulle proposte dei creditori, il futuro premier Samaras disse che non era concepibile una consultazione popolare su uno scisma nazionale. In effetti, quando nel 1054 l’autentico scisma greco della Chiesa orientale da quella di Roma si consumò, la mossa fu politicamente ponderata, non dal popolo. La Chiesa di Roma bollò come eresia la scelta dell’Oriente. E oggi il copione è lo stesso, con la chiamata alle urne per decidere, al di là del quesito sulla scheda, se sarà scisma o austerity. E con i tedeschi che considerano eresia lo Tsipras-pensiero e propongono attraverso la Bild un controreferendum che suona così: dareste altri soldi a questo popolo inaffidabile? Parola ai sondaggi. Risultato senza soluzione.

LA GRECIA, chiamata a decidere sul male minore nella propria tragedia è spaccata a metà. Tutte le indagini demoscopiche riportano un testa a testa fra i sì e i no. In Germania, un sondaggio della prima rete televisiva fotografa il 45% dei tedeschi che vuole tenere la Grecia nell’Eurozona e il 45% che la vuole cacciare dal club dei virtuosi (a parole). Il verdetto delle urne è l’angoscia di Tsipras che domani dichiarerà conclusa o riavviata la propria avventura politica. Comunque vada, però, l’Unione europea assiste al proprio naufragio politico verso le terre incognite evocate da Draghi. L’Europa va oltre le colonne d’Ercole, e non con il coraggio di Ulisse. Va alla deriva. Sono i numeri che parlano: se la Grecia in cerca di aiuto è spaccata e se è nettamente divisa la Germania che ha teso la mano europea facendo proliferare populismi e movimenti anti-euro, la vera frattura va al cuore dell’architrave europeo. Qualche giornalista greco racconta che i sondaggi di queste ore sono una truffa per pilotare la massa di disperati in coda davanti alle banche per un pugno di euro. Altre interviste a campione restituiscono la disillusione degli italiani la cui fiducia nell’Ue è crollata dal 51% del 2006 (già allora bassina) al 28% di oggi. Truffa o no, la magnifica ossessione dell’Europa unita, che si era impossessata dei padri fondatori, è ridotta a una patetica nevrosi.