Mercoledì 24 Aprile 2024

Isis, Roma minacciata in un video: tank sul Colosseo

Anche piazza Navona, l'Altare della patria e San Pietro indicati come obiettivi

Nuovo video Isis minaccia Roma (Ansa)

Nuovo video Isis minaccia Roma (Ansa)

Roma, 11 dicembre 2015 - L'Isis torna a minacciare Roma e lo fa con un nuovo video diffuso sul web di cui l'agenzia Ansa ha rilanciato alcuni fermo immagine. Nel filmato si vedono tre carri armati che puntano verso il Colosseo. Poi altre sequenze immortalano l'Altare della Patria, Piazza Navona e San Pietro: i luoghi simbolo della cultura occidentale e della cristianità. La propaganda firmata dallo Stato islamico conia il termine "armate di Roma". 

Non è la prima volta che i jihadisti del Daesh indicano come obiettivo la Capitale. Rivendicando gli attentati di Parigi, l'Isis aveva annoverato Roma come prossima metà di conquista del Califfato. Stessa cosa era successa dopo l'abbattimento dell'aereo russo sul Sinai. A febbraio del 2015 il primo filmato con una minaccia esplicita: "Siamo a sud di Roma", recitava il filmato attributo a un gruppo affiliato e attivo nell'area di Tripoli, in Libia

Ed è proprio qui che i miliziani islamisti stanno conquistando nuove posizioni. Con 30 pick up, oggi hanno invaso la città di Sabratha sul Mediterraneo, importante centro archeologico. Dopo alcune ore, il controllo è tornato nelle mani delle tribù locali. Ma l'occupazione, seppur temporanea, è una dichiarazione di forza. 

Intanto, in Iraq l'esercito sta mettendo in atto un'offensiva con cui intende strappare la città di Ramadi all'Isis. I raid aerei statunitensi sembrano avere già ucciso almeno 300-350 jihadisti, secondo quanto riportano i media internazionali. Un portavoce del commando delle forze Usa a Baghdad, citato da vari media, stima che i guerriglieri dello Stato islamico trincerati a Ramadi sarebbero stati finora fra i 600 e i mille, mentre al momento sarebbero rimasti solo poche centinaia. La città era caduta nelle mani dell'Isis lo scorso maggio. Secondo le stime d'intelligence, i combattimenti messi a punto dall'esercito iracheno si presentano difficili e sanguinosi, perché si ritiene che i jihadisti abbiano minato edifici e creato trappole mortali.