Venerdì 3 Maggio 2024

La resa dello Stato

UN ANNO e mezzo fa l'allora ministro della Difesa Mario Mauro affermò con decisione: «Siamo certi dell'innocenza dei due fucilieri di Marina». Per il governo italiano, dunque, il 15 febbraio 2012 i marò Latorre e Girone imbarcati sulla petroliera Enrica Lexie non fecero fuoco contro i due pescatori del Kerala, uccidendoli. C'erano i precedenti (molti sono stati i pescatori indiani uccisi in mare da motovedette cingalesi), c'erano le ricostruzioni contraddittorie delle autorità indiane: il calibro dei fucili incriminati' che passa dal 7,62 al 5,56, le due versioni dei fatti date della Guardia costiera, i dubbi del perito balistico italiano sulla traiettoria dei proiettili. Tutto sbagliato, tutto da rifare. Risulta infatti che Palazzo Chigi stia trattando un accordo: l'Italia dichiarerebbe colpevoli i due marò e si scuserebbe pubblicamente con l'India e con le famiglie dei morti, reindennizzandole. In cambio, i due marò otterrebbero di essere processati in Patria. Forse. Sarebbe un successo? No, sarebbe una resa. «Riportare a casa i due marò» è un concetto che travalica se stesso e investe la dignità nazionale. Contraddicendosi e umiliandosi, lo Stato italiano porterebbe «a casa» due giovani uomini. Ma lascerebbe in India le loro divise.