Domenica 5 Maggio 2024

Siria, bandiera Isis a Kobane, si combatte porta a porta. Turchia: truppe solo per la fine di Assad

La città è da giorni teatro di violentissimi scontri tra i peshmerga curdi e i miliziani islamici. Combattimenti violenti anche in Iraq: morti civili a Falluja, da gennaio nelle mani dell'Isis. Turchia disposta a schierare uomini solo se la strategia finale punta alla deposizione di Assad, lo ha detto il premier Davutoglu

Peshmerga curdi (Ap/Lapresse)

Peshmerga curdi (Ap/Lapresse)

Da ore due bandiere del Califfato sono visibili in cima a un edificio di quattro piani, in una zona vicinissima a quella dei combattimenti, a documentare l'avanzata dell'Isis verso il confine. I morti vengono contati da entrambe le parti: ieri notte almeno 20 jihadisti di Isis sono stati uccisi mentre con il favore delle tenebre cercavano di entrare in città. A fermarli sono stati i peshmerga curdi dell'Ypg (Unità di Difesa del Popolo, il braccio armato del Comitato Supremo Curdo del Kurdistan siriano). 

L'Ypg è la formazione cui apparteneva anche la donna curda kamikaze, Arin Mirkan, che si è fatta saltare ieri in aria vicino a una postazione di Isis, ed anche la 19enne curda, Ceylan Ozalp, che il 3 ottobre vicino a Kobane si era invece uccisa sparandosi alla testa con l'ultimo colpo piuttosto di finire prigioniera di Isis quando aveva esaurito le munizioni. 

I jihadisti hanno perduto un esponente di spicco, ucciso in un raid americano a Kubaisa, nel governorato iracheno di Anbar: si tratta di Shaker Wahib al Fahdawi, divenuto noto nell'estate del 2013 per aver condotto, quando era alla guida dei Leoni di Anbar, l'esecuzione di un gruppo di autotrasportatori siriani in Iraq. 

Stamane, invece, almeno 30 peshmerga curdi sono morti a causa di due attentati suicidi nella città siriana di Hasakah, nord-est del Paese, ad oltre 140 km da Kobane, dalla quale intanto sono in fuga almeno 2.000 abitanti.

Se Kobane sarà perduta, la minaccia islamista si avvicinerà alla Turchia. Ankara "è un alleato della Nato e la nostra principale responsabilità è di proteggere l'integrità, i confini della Turchia", ha sottolineato il neo-segretario generale della Nato, il norvegese Stoltenberg, ricordando che l'Alleanza atlantica ha dispiegato "missili Patriot per rafforzarne la difesa aerea". 

Tra i prossimi appuntamenti di Stoltenberg, anche una visita in Turchia, dove la settimana scorsa il Parlamento ha dato il via libera ad azioni militari contro l'Isis, senza tuttavia fornire piani dettagliati dell'intervento. In realtà, senza un adeguato sostegno militare sul terreno gli attacchi aerei della coalizione anti-Isis non sono riusciti a fermare l'avanzata jihadista. 

I curdi lo dicono da tempo: non è sufficiente bombardare. E oggi l'ex capo del personale delle forze armate del Regno Unito, il generale Sir David Richards, ha definito "senza senso" la scelta di chi ha inviato i caccia Tornado in Iraq senza prevedere una "complementare" strategia di terra. 

E a tre giorni dal primo attacco sferrato contro Barack Obama, il clintoniano di ferro Leon Panetta, capo della Cia e poi ministro della Difesa dello stesso Obama, è tornato ancora una volta a colpire duro il presidente. Obama, ha detto, ha l'opportunità di "porre rimedio ai danni da lui causati" dimostrando capacità di leadership dopo essersi "smarrito" nella lotta contro i gruppo islamisti radicali (Isis in primis) che hanno conquistato ampie porzioni di territorio in Iraq e Siria. 

Lo Stato islamico, purtroppo, fa scuola e sembra trasmettere il proprio sanguinario stile agli altri gruppi terroristi. Miliziani di Boko Haram hanno decapitato, in stile Isis, sette persone in un attacco nel nord-est della Nigeria. Lo hanno riferito testimoni locali. A finire nel mirino dei terroristi islamici è stata la cittadina di Ngamdu, nello Stato del Borno, dove sono stati rinvenute "sette persone brutalmente uccise". Alle vittime "è stata tagliata la gola come si taglia alle capre", ha riferito un residente, Musa Abor. 

In questo contesto l'Ue, intanto, si dà finalmente un minitro degli Esteri con pieni poteri. L'ampia alleanza che si è formata per combattere lo Stato islamico è "un fatto positivo", soprattutto per l'adesione dei paesi arabi, secondo il ministro degli Esteri Federica Mogherini, audita dal Parlamento europeo come prossimo capo della diplomazia dei Ventotto.

I CURDI FANNO EVACUARE I CIVILI DA KOBANE - I combattenti curdi hanno ordinato a tutti i civili di evacuare la città di Kobane, perché l'Isis sta entrando nell'abitato da est. "Duemila civili hanno lasciato Kobane stanotte" afferma Mustafa Bali, portavoce dei curdi. Bali afferma che gli abitanti di Kobane, inclusi donne e bambini, si stanno muovendo verso la Turchia. Lo stesso Bali è al momento al confine tra Siria e Turchia. A Kobane, comunque, i combattimenti stanno proseguendo strada per strada. Le autorità turche rendono noto che nelle ultime due settimane ben 186mila persone, per lo più curde, hanno lasciato la regione di Kobane e si sono trasferite in Turchia per sfuggire all'avanzata dell'Isis.

LETTERA DI KASSIG AI GENITORI - Intanto i genitori del giovane americano ostaggio dei sanguinari jihadisti dell' Isis, Peter Kassig, hanno diffuso alcune foto e parte di una lettera che il figlio ha scritto dalla sua prigionia. Il giovane -un ex soldato americano divenuto operatore umanitario, rapito un anno fa e minacciato nell'ultimo video diffuso dall' Isis di essere il prossimo ostaggio decapitato- dice di aver "paura di morire", ma essere in pace con la sua fede. Peter Kassig, che si è convertito all'Islam, aggiunge che prega ogni giorno. Kassig ha visto da vicino l'orrore della guerra, perché da soldato era stato inviato in Iraq tra l'aprile e il luglio del 2007. Ma una volta congedato dall'esercito, nel 2012 aveva deciso di fondare un'organizzazione di aiuto alle vittime dei conflitti armati. E' sparito in Siria da un anno ed ora è in mano ai jihadisti (Agi).

IRAQ, VITTIME CIVILI A FALLUJA - Si combatte duramente anche in Iraq. Un civile è morto e 8 sono rimasti feriti oggi in un bombardamento governativo a Falluja, a 60 km a ovest di Baghdad, nelle mani dello Stato islamico (Isis) dal gennaio scorso. Lo hanno detto fonti mediche citate dall'agenzia irachena Nina. I jihadisti continuano intanto a conquistare posizioni nella provincia di Al Anbar, di cui Falluja fa parte. L'esercito, ha spiegato la sicurezza locale, si è ritirato oggi dalla regione di Abu Qaidhan, a nord del distretto di Hit, 150 chilometri a ovest di Baghdad.

ANKARA SCAMBIA 180 JIHADISTI CON 46 DIPLOMATICI - La Turchia avrebbe scambiato con l'Isis oltre 180 jihadisti, fra cui due britannici, in cambio di 46 diplomatici di Ankara e tre iracheni, rapiti dallo Stato islamico nei mesi scorsi. Lo rivela il Times, secondo il quale tra i miliziani tornati a combattere al fianco degli jihadisti ci sono 10 cittadini europei. Il giornale sottolinea anche che il governo di Londra giudica "credibile" la notizia. Dopo la liberazione degli ostaggi turchi, il 20 settembre, il presidente turco, Recep Tayyp Erdogan, aveva escluso il pagamento di un riscatto ammettendo soltanto che c'erano state "trattative diplomatiche" e che poi si era trattato di "un'operazione segreta" degli 007 di Ankara.

TANK TURCHI AL CONFINE SIRIANO PRESSO KOBANE -   Almeno 25 carri armati turchi sono stati riposizionati nei pressi di Mursitpinar, il villaggio turco vicino al confine siriano a ridosso di Kobane. Lo riferiscono i media turchi. Anche oggi i militari hanno utilizzato i gas lacrimogeni per disperdere la folla di reporter e dimostranti curdi lungo la linea del confine. La ragione, spiega un portavoce, è "il grande pericolo, oggi 12 i proiettili di artiglieria sono piovuti oltre la frontiera". 

TURCHIA: IN CAMPO CONTRO ISIS SE OBIETTIVO E' ROVESCIARE ASSAD - La Turchia invierà i propri militari sul terreno in Siria "solo se la strategia Usa includerà anche la destituzione di Assad": lo ha detto il premier turco Ahmet Davutoglu in una intervista con Christiane Amanpour della Cnn. Lo evidenziano i media arabi. Per quanto riguarda Kobane, Ankara "ha la priorità al momento di salvare la vita alle decine di migliaia di persone fuggite dalla città", ha aggiunto il premier, glissando invece per ora su un ipotetico impegno militare su quel fronte.

USA, ARRESTATO 19ENNE CHE VOLEVA UNIRSI ALL'ISIS  - Un ragazzo americano è stato arrestato mentre cercava di raggiungere la Siria per unirsi allo Stato islamico (Isis). La notizia è riportata da Cnn. Il 19enne, Mohammed Hamzah Khan, di Bolingbrook, Illinois, è stato fermato sabato all'aeroporto O'Hare di Chicago con l'accusa di aver cercato di sostenere il terrorismo. L'arresto è stato effettuato dall'Fbi prima che il giovane si imbarcasse su un volo diretto a Istanbul, Turchia, facendo scalo a Vienna. Adesso rischia fino a 15 anni di prigione. Oggi Khan è apparso davanti ad un tribunale federale: l'accusa sostiene di avere delle prove scritte che incastrano il 19enne. Nella sua abitazione è stato trovato un disegno con una bandiera dell'Isis e la scritta in arabo "Come to Jihad". Inoltre ha anche scritto una lettera di saluto ai genitori, in cui afferma di odiare l'occidente per la sua immoralità. Secondo l'Fbi Khan avrebbe dovuto incontrare il suo contatto a Istanbul che lo avrebbe portato in Siria o in Iraq. Il 19enne avrebbe ammesso la sua colpa davanti agli agenti sostenendo che avrebbe voluto portare aiuti umanitari oppure combattere insieme all'Isis. Il giudice ha disposto il suo incarceramento fino al 9 ottobre, giorno dell'apertura del processo.