Giovedì 25 Aprile 2024

INZAGHI AL BIVIO, PRONTO SPALLETTI

Luca Guazzoni Milano «QUESTA ROSA va rivoluzionata». Le passate esternazioni di Clarence Seedorf ora rintoccano profetiche alle orecchie dell'aziendalista Inzaghi che ha esaurito bonus e l'effetto parafulmine agli occhi di tifosi e società. Pippo continua a difendere pubblicamente i giocatori, elogiandone gli sforzi e l'impegno profuso, ma la società ha optato per la linea più dura: tutti in ritiro anticipato (e punitivo) in vista del cruciale replay di Coppa Italia, ultimo obiettivo concreto rimasto. Uno scollamento gestionale e comunicativo emblematico. I problemi di Inzaghi non derivano solo dai risultati deludenti del 2015: la società pare averlo abbandonato al suo destino, scaricato sulle sue spalle ogni responsabilitá. La settimana della bufera berlusconiana è terminata senza una singola parola ufficiale di Adriano Galliani, il suo sponsor principale. Un silenzio che sa di sentenza di morte. Inzaghi ieri è stato l'unico a non lasciare il mesto ritiro di Milanello dopo l'allenamento della mattina e prima del coprifuoco delle 21. Una solitudine piena di pensieri e turbamenti. Galliani ha cenato con Pippo e poi ha avuto un nuovo confronto con i senatori: nel pomeriggio ha avuto un contatto telefonico con il presidente che ha confermato la fiducia a tempo a Inzaghi. Se contro la Lazio (mancheranno anche gli infortunati Bonaventura e El Shaarawy) la prestazione sarà priva di orgoglio l'esonero di Pippo è scritto. E la coppia Inzaghi-Mazzarri diventerà appena la terza nella ultracentenaria storia di Milan e Inter ad essere esonerata nella stessa stagione (i precedenti: Tabarez-Hodgson nel 1996/97 e Lippi-Zaccheroni nel 2000/01). In preallarme Luciano Spalletti con cui sono stati fatti i primi timidi sondaggi per la sua disponibilità a rilevare la squadra in corso (l'ex allenatore della Roma vive ora a Firenze e ha un florido business a San Pietroburgo): l'ostacolo resta l'ingaggio del tecnico (3,5 milioni) che si aggiungerebbe agli stipendi dovuti fino al 2016 a Seedorf e Inzaghi. Tre allenatori a libro paga per un complessivo di 16 milioni in una società dalle casse prosciugate. Forse aveva ragione l'autoproclamatosi antivirus, con il suo fare da boss e i metodi autoritari. E forse qualcuno gli dovrebbe porgere le scuse: «Questa rosa va rivoluzionata».