Lunedì 6 Maggio 2024

Il Papa bersaglio, proteggerlo e impossibile

Nina Fabrizio ROMA MENTRE i miliziani dell’Isis continuano la loro campagna di terrore decapitando ostaggi, anche papa Francesco diviene un possibile target dei jihadisti tagliagole. Un allarme lanciato dall’ambasciatore iracheno presso la Santa Sede, Habeb al Sadr, secondo cui «l’Isis è un tumore che si ramifica per metastasi, possiede cellule impazzite che potrebbero colpire anche al di fuori dell’area del Califfato» e nella sua ricerca del «clamore mediatico» potrebbe mettere nel mirino un «bersaglio» sensibile come papa Francesco. «I nostri analisti, la nostra intelligence — avverte il diplomatico —, fanno ipotesi in tal senso. Sappiamo bene come ragionano questi terroristi. Io non escluderei che arrivino a colpirlo». PAROLE che vengono attentamente valutate in Vaticano assieme a quelle dello stesso Stato Islamico che in due video, chiamando all’appello nuove reclute, ha minacciato oltre alla coalizione e l’Europa anche i cristiani del Medio oriente. Oltretevere, però, si tende anche a smorzare ogni forma di allarmismo, pur nella consapevolezza della vulnerabilità di un Pontefice tanto popolare e aperto verso la folla, come l’argentino Bergoglio desideroso di un contatto ravvicinato con i fedeli. La sicurezza vaticana è in contatto costante con l’intelligence italiana e straniera, ma rischi concreti al momento non si segnalano. «Non abbiamo nessuna novità di rilievo — ripetono in Vaticano — e andiamo avanti serenamente con la solita attenzione che ogni giorno viene posta nel garantire la sicurezza alla persona del Papa». LO STESSO Bergoglio tira dritto senza variazioni sul suo programma di viaggi che anzi si intensifica, e lo porterà in mete certo non prive di rischi. Il 21 settembre sarà per 11 ore a Tirana dove le autorità di sicurezza sono in allerta per l’eventualità che cellule terroristiche attive in Bosnia e in Kosovo, collegate con l’Isis, vogliano approfittare della presenza del Pontefice in Albania per pianificare attentati. Ma il papa utilizzerà come di consueto la jeep scoperta: «Non siamo assolutamente preoccupati», assicura il segretario di stato, Parolin. Lo stesso potrebbe fare in Turchia, i cui confini toccano l’Iraq, dove Francesco sarà invece a fine novembre. Un viaggio annunciato nei giorni scorsi e ancora tutto da definire con allo studio tappe nei due giorni del 29 e 30, a Istanbul, per un incontro ecumenico, ad Ankara, con le autorità governative e forse Smirne, dove c’è la più corposa comunità cristiana.