Mercoledì 1 Maggio 2024

Il fascino della corona

STRANE cose capitano in Italia dove impazza la corsa al Quirinale. Conferiscono poca credibilità di rappresentare l’unita nazionale a chi sarà eletto i maneggi sottobanco che s’indovinano. E che dire della possibilità che Magalli sia eletto? Non è uno scherzo. Mancava solo, ad abbassare il carisma, il coniglio uscito dal cappello della teledipendenza. A volte lo sgradevole spettacolo fa rimpiangere il delizioso anacronismo della successione ereditaria che le monarchie garantiscono nelle più antiche democrazie d’Europa. È morto il re, viva il re! E immune da baratti e patteggiamenti ecco il nuovo capo dello Stato. Sottratto al mercanteggiamento della partitocrazia, simbolo davvero di unità al di sopra della parti. In Belgio Alberto II firma l’abdicazione ed ecco il giovane re Filippo al trono. In Olanda la regina Beatrice sente arrivare l’ora del pensionamento ed ecco pronto a succederle il figlio Guglielmo.

SARÀ pure un principio ingiusto quello che porta il figlio a succedere al padre o alla madre. La Francia ha decapitato il re per sopprimere quel privilegio di nascita (salvo partorire subito un imperatore, Napoleone). Eppure quanta stabilità e decoro garantisce alla carica che deve avere un quid di continuità storica, sprigionare, come la bandiera, un’ aura simbolica al di sopra della politica. Che è sempre poco pulita, da quando Machiavelli ci ha insegnato «di che lagrime grondi e di che sangue».

E GIÀ che si parla di corone eccone un’altra, ad evocare le cose strane del Paese, sia pure in un ambito ben diverso. Il bel Fabrizio Corona dopo due anni di carcere non ce la fa più. Soffre crisi di panico. E per carità, gli crediamo. Lo psichiatra accorre allora in soccorso, e anche questo va bene. Sostiene che Corona è una personalità narcisistica, borderline, troppo fragile. Accorre allora in soccorso la mamma. Il suo figliolo sta male, chiede clemenza. Questo però è molto italico, forse troppo. In Italia Garibaldi, la mamma e i carabinieri sono ineludibili riferimenti dell’immaginario. Scommetto che il bel Fabrizio uscirà. Mentre a Cesare Battisti resteranno ancora chiuse le porte delle patrie galere, godendosi in Brasile una delittuosa impunità.