Mercoledì 24 Aprile 2024

Sciopero Ikea: adesione super, anche il 95% in alcune città. Soltanto i manager in negozio

I dipendenti Ikea prostestano contro la disdetta da parte dell'azienda della contrattazione integrativa. Il taglio delle maggiorazioni per il lavoro domenicale è uno dei temi più sentiti dai "co-workers"

Sciopero Ikea (Newpresse)

Sciopero Ikea (Newpresse)

Roma, 6 giugno 2015  - I lavoratori e le lavoratrci di Ikea incrociano le braccia. Grande partecipazione oggi allo sciopero dei dipendenti dell'azienda svedese, indetto dalle organizzazioni sindacali del commercio Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil, a seguito della disdetta unilaterale della contrattazione integrativa effettuata dall'Azienda. 

Delle 16 ore di sciopero proclamate lo scorso 29 maggio, le prime otto erano nella disponibilità dei singoli punti vendita, che si sono però fortemente coordinati al punto di aver scioperato quasi tutti in contemporanea: per i sindacati, si tratta di "un fortissimo segnale di unità fra i lavoratori". "Oggi abbiamo visto la prova generale dello sciopero nazionale, del quale non è stata ancora decisa la data ma che potrebbe essere indetto già la prossima settimana " dichiara Giuliana Mesina della segreteria nazionale Filcams Cgil "il 12 giugno abbiamo l'incontro con l'Azienda, già fissato da tempo, dove saremo decisi a proseguire nella trattativa, ma senza che ci vengano imposti ricatti come quello che l'azienda ha provato a fare con la disdetta". 

Alta l'adesione in molte città, secondo quanto riporta la nota sindacale: più del 95% a Firenze, 90% a Napoli cosi come a Carugate, più dell'80% a Corsico e oltre il 60% a San Giuliano. Adesione oltre il 70% a Brescia e Roma, a Bologna più del 95%, - solo i manager all'interno del negozio, mentre a Genova l'azienda è stata costretta alla chiusura il punto vendita. 

I lavoratori hanno incrociato le braccia e hanno distribuito volantini alla clientela, spiegando le loro motivazioni. Il taglio delle maggiorazioni per il lavoro domenicale è uno dei temi più sentiti dai "co-workers" (come li chiama IKEA) : un part time, e in questa azienda sono il 70% dell'intero organico, rischia di perdere fino a 1500 euro all'anno. "Non è giusto che un'azienda che domina incontrastata il mercato come Ikea faccia pagare a noi la crisi, più di quanto non si sia già pagato" dice una lavoratrice part time "abbiamo contribuito con il nostro lavoro al grande successo di questa multinazionale in Italia, e non vogliamo veder crollare 25 anni di contrattazione in un attimo. Lotteremo per difendere i nostri diritti".