Gli astronauti gemelli Scott e Mark Kelly (Ansa)
Baikonur (Kazakistan), 27 marzo 2015 - E' il d-day della missione 'gemelli spaziali': Mark Kelly resta a terra, mentre Scott va in orbita e resterà nello spazio per un periodo record di un anno, in modo da poter controllare i loro parametri vitali. L'obiettivo è studiare le reazioni dell'organismo umano per lungo tempo senza gravità in vista delle missioni su Marte.
Scott e Mark sono gemelli identici, hanno 51 anni, sono nati in New Jersey e tutti e due di mestiere fanno l'astronauta Nasa. Mark, che resta a terra, è sposato con Gaby Gifford, la deputata denmocratica ferita gravemente alla testa in Arizona. Paragonando lo stato di salute fisica e mentale di due individui con lo stesso passato, simile stato di salute e identico genoma, la Nasa avrà una chance assolutamente unica di studiare cosa succede all'organismo umano durante una prolungata presenza nello spazio. Nessun uomo Nasa è mai rimasto in orbita più di sei mesi - per i russi il record è di 14 - ma se mai andranno in porto i piani dell'agenzia, le missioni interplanetarie terranno gli esploratori spaziali Usa lontani dalla terra per missioni-fiume alla Odissea nello Spazio.
Scott si mostra ottimista: "Ci sono rischi ma sono pronto", spiega all'Abc mentre Mark, che nel 2011 è andato in pensione dopo aver pilotato per l'ultima volta lo Shuttle Endeavour, servirà come modello di confronto e dice: "E' uno studio indispensabile se mai vorremo andare su Marte, su un asteroide o costruire una base sulla Luna". I dati dell'esperimento sui Kelly serviranno a valutare la fattibilità di un viaggio sul pianeta rosso che prenderebbe come minimo 18 mesi andata e ritorno in assenza di gravità: una condizione che ha effetti sul cuore, le ossa, la pressione, i muscoli, la vista. Con Scott partiranno anche Mikhail Kornienko e Gennady Padalka, dell'agenzia spaziale russa Roscosmos. I tre andranno a unirsi all'equipaggio della Spedizione 43 a bordo della Iss, ovvero il capitano della Nasa Terry Virts, Samantha Cristoforetti dell'Agenzia spaziale europea (Esa) e il russo Anton Shkaplerov di Roscosmos.