Lunedì 29 Aprile 2024

Mosse disperate, tattiche da maestro "E' una partita a scacchi sull'euro"

Il manager Fresco: "Fra Tsipras e Merkel perderà la Grecia"

Paolo Fresco (Olycom)

Paolo Fresco (Olycom)

A SCACCHI si gioca solo in due, mentre in questa partita ci sono troppi giocatori che vogliono muovere le pedine. Ma se vogliamo restringere il campo, sono Europa e Grecia che stanno giocando; davanti alla scacchiera dell’euro ci sono oggi Angela Merkel e Alexis Tsipras». Paolo Fresco, 82 anni, già presidente di Fiat e vicepresidente di General Electric, «mister globalization» per il suo capo Jack Welch, è anche un maestro di scacchi. Ha tutti gli strumenti, sia economici che psicologici, per leggere il dramma greco in chiaroscuro, per analizzare le mosse dei grandi protagonisti e giocare, come nella novella di Zweig, una immaginifica partita a scacchi con l’avvenire dell’Europa e della Grecia.

Presidente Fresco, che tipo di giocatore è il premier Tsipras?

«Fa delle mosse rischiose, va allo sbaraglio, contando non sulla disattenzione dell’avversario, perché sarebbe troppo ingenuo, ma sul suo disorientamento, sul tentativo di spaventarlo. A me sembra un demagogo, più interessato a mantenere il consenso dei suoi elettori che a ottenere un risultato finale nel negoziato. Vorrei sbagliarmi, ma non mi sembra molto affidabile. E alla fine farà la mossa che gli permetterà di mantenere il consenso in Grecia».

E la cancelliera Merkel, che tipo di partita sta giocando?

«Fossi in Angela Merkel giocherei allo stesso modo. Non si è affatto spaventata dalla mossa del referendum, ha solo serrato le sue pedine in attesa dell’avversario. Così, se i greci dicono sì all’accordo, Tsipras si indebolisce e si consegna all’Eurogruppo. Se vincesse il no, sarebbe con le spalle al muro e costretto a uscire dall’euro. In ogni caso la sconfitta peggiore sarebbe per lui e la Grecia».

Schaeuble, Draghi, Lagarde sono ai lati della scacchiera?

«Il grande maestro di scacchi è la Merkel, è lei che muove i pezzi ascoltando i consigli di tutti gli altri. I dinieghi di Schaeuble, le aperture di Draghi, le altalene della Lagarde. Il peso decisionale maggiore è sulle spalle della cancelliera, la posta in gioco è troppo grande per delegarla».

Non perderebbe anche l’Europa nel caso di scacco matto?

«È la Grecia che perde in caso di collasso delle trattative. Per un po’ di tempo ci rimettono anche gli altri Paesi europei, ci sarà confusione sui mercati, qualche turbolenza. Ma alla distanza l’Europa ci guadagnerà, nonostante Draghi pensi il contrario. Nella mia lunga carriera di manager non ho mai visto un accordo di successo sommando danaro buono al danaro perso. Il primo principio del buon operatore economico è ‘stop the losses’, mettere un freno alle perdite. Evitando di dare soldi a un’azienda già fallita, a meno che non cambi strategia e migliori la sua situazione di debitore».

Vale anche per gli scacchi?

«Bisognerebbe essere maestri eccelsi per vincere sacrificando tutti i pezzi. Ricordo una partita storica, uno scacco matto con solo una torre. Ma Tsipras non mi sembra un giocatore a questi livelli».

Il referendum non le sembra un arrocco? E il fatto che giochi su più scacchiere, compresa quella russa con Putin?

«L’arrocco si fa a inizio di partita, per mettere il re al riparo. Le tattiche di Tsipras sembrano più un attacco di re, una mossa impossibile. E il gioco con Putin è più rivolto a sollecitare l’America a spaventarsi e influire sull’Europa piuttosto che allearsi e chiedere soldi alla Russia. Se il presidente Obama è preoccupato, potrebbe pagare lui i debiti greci. Ma non credo sia questa la sua intenzione»