Lunedì 6 Maggio 2024

Trump, giudice federale blocca il veto sui migranti

Il presidente: "Opinione ridicola, sarà ribaltata". Ma Dipartimento di Stato costretto ad annullare la cancellazione dei visti. Neonata iraniana in pericolo di vita autorizzata a entrare in Usa

Una protesta contro Trump nelle Filippine (Ansa)

Una protesta contro Trump nelle Filippine (Ansa)

Roma, 4 febbraio 2017 - Il bando del presidente Donald Trump, che vieta l'ingresso a chi proviene da uno dei sette Paesi a maggioranza musulmana, ha avuto vita breve, almeno per ora. Un giudice federale statunitense, a Seattle, ha infatti sospeso in maniera temporanea e su tutto il territorio nazionale il divieto del presidente, una decisione che ha già obbligato il governo a comunicare alle aerolinee che possono accettare di nuovo tutti i passeggeri. Di conseguenza anche il Dipartimento di Stato ha annullato la cancellazione dei visti che limitava l'ingresso a cittadini provenienti dai sette paesi a maggioranza musulmana. E il dipartimento per la Sicurezza Interna ha fatto sapere che non si imporrà. 

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La decisione, che rinnova il braccio di ferro tra la Casa Bianca e la giustizia americana, è giunta poco dopo che si era aperto uno spiraglio per una neonata iraniana di quattro mesi malata. La piccola è stata autorizzata a entrare negli Stati Uniti per sottoporsi a un intervento al cuore che potrebbe salvarle la vita. L'annuncio lo aveva dato il governatore di New York Andrew Cuomo precisando che l'operazione sarà eseguita al Mount Sinai Hospital di Manhattan. La settimana scorsa i genitori della piccola Fatemah avevano tentato di entrare in Oregon con un visto turistico, ma erano stati respinti.

La Casa Bianca ha reagito con durezza alla decisione del magistrato federale definendola "scandalosa", un aggettivo che poi però ha ritirato da una versione corretta del comunicato. Ma ha anche annunciato che gli avvocati presenteranno "il prima possibile" un ricorso alla sentenza con l'obiettivo di ripristinare il veto che, a suo giudizio, è "legittimo e appropriato". "L'ordine (esecutivo) ha l'obiettivo di proteggere il Paese e il presidente ha il dovere costituzionale e la responsabilità di proteggere gli americani", ha aggiunto il governo. E non si è fatto attendere lo stesso Trump, che ha replicato: "L'opinione di questo cosiddetto giudice, che essenzialmente porta via dal nostro Paese l'applicazione della legge, è ridicola e sarà ribaltata", ha scritto su Twitter il presidente.

TRUMP: PORTANO MORTE E DISTRUZIONE - Sempre contestando la decisione del giudice di Seattle, Trump ha twittato: "È interessante che alcuni Paesi del Medio Oriente siano d'accordo con il bando. Sanno che se a certe persone viene concesso di entrare è morte e distruzione!". 

CORSA AI VOLI - Intanto, secondo quanto riferisce la Associated Press, nel timore di avere una finestra di tempo limitata, è corsa ai voli diretti negli Usa per chi è in possesso di un visto e proviene dai sette paesi interessati dal bando voluto dal presidente. 

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ALTRI 4 STATI CONTRO IL BANDO - La disputa sul controverso ordine esecutivo di Donald Trump è lontana dall'essere risolta. Se infatti l'amministrazione centrale ha preannunciato ricorso a collegi di grado superiore al giudice che lo ha bloccato, ora analoghe istanze di sospensione di altri quattro Stati americani sono al vaglio. Virginia, New York, Massachusetts e Michigan hanno annunciato intenzione di ricorrere contro il provvedimento. Solo l'intervento diretto della Corte Suprema potrebbe porvi fine anzitempo. 

TELEFONATA CON GENTILONI - In serata, il premier Paolo Gentiloni ha avuto una conversazione con Donald Trump. Al centro della telefonata, ha reso noto Palazzo Chigi, i rapporti bilaterali tra Italia e Usa, uniti da una storica amicizia e collaborazione. Il premier ha ribadito con il presidente americano l'importanza fondamentale del ruolo della Nato e della collaborazione tra Europa e Stati Uniti per la pace e la stabilità, di fronte alle sfide e alle minacce per la comune sicurezza. Gentiloni e Trump hanno riaffermato l'impegno senza tregua nella lotta al terrorismo e al radicalismo e gli sforzi da fare per risolvere la crisi ucraina, la pace in Medio Oriente, in Siria e, in particolare, nel Nord Africa. Il premier - spiega sempre Palazzo Chigi - ha illustrato al capo della Casa Bianca i termini dell'accordo Italia-Libia per la lotta contro il traffico di esseri umani e per politiche dell'accoglienza e della regolazione dei flussi migratori nel rispetto dei diritti umani e del diritto all'asilo.