Mercoledì 24 Aprile 2024

Charlottesville, Trump ci ripensa: "Colpe da entrambe le parti"

Secondo il tycoon "ci sono due versioni della storia". L'ex leader del Ku Klux Klan: "Grazie, presidente". Si dimette sindacalista consigliere del presidente Obama cita Mandela: 3 milioni di like

Donald Trump, per Charlottesville "colpe da entrambe le parti" (Afp)

Donald Trump, per Charlottesville "colpe da entrambe le parti" (Afp)

New York, 16 agosto 2017 - Donald Trump ci ripensa, sulle violenze di sabato scorso a Charlottesville, in Virginia. Se lunedì, seppure in ritardo di un paio di giorni, aveva condannato razzisti e suprematisti, ora fa mezza marcia indietro e attribuisce le responsabilità a "entrambe le parti". 

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Nella conferenza stampa tenuta ieri alla Trump Tower di New York, il presidente americano ha detto di essere stufo di dover rispondere ancora sulla questione, e ha aggiunto: "Penso che la colpa sia di entrambe le parti". Quindi ha proseguito: "Da una parte c'è un gruppo che è aggressivo e dall'altra un gruppo che è anche molto violento. E nessuno vuole dirlo, ma lo dirò io ora. Che dire di alt-left che ha attaccato alt-right? Non hanno qualche responsabilità? Ci sono due versioni della storia".

E il tycoon conclude: "Ho condannato i neonazisti. Ma le persone che erano lì non erano tutti neo-nazisti o suprematisti bianchi. C'erano persone perbene da entrambe le parti".

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Le parole di Trump sono state subito accolte con favore da David Duke, ex leader del Ku Klux Klan presente sabato scorso alla manifestazione organizzata dai gruppi di estrema destra contro il progetto della città della Virginia di abbattere la statua del generale confederato Robert E Lee: "Grazie presidente per la vostra onestà e per il coraggio di dire la verità su #Charlottesville e condannare i terroristi di sinistra". 

Ma l'ex candidato repubblicano alla Casa Bianca, Mitt Romney, ha twittato: "No, non è la stessa cosa. Una parte è razzista, intollerante, nazista. L'altra si oppone a razzismo e intolleranza. Universi moralmente diversi".  Il numero uno del Congresso Paul Ryan ha parlato di "ambiguita' morale" di Trump e ha aggiunto: "Su questo dobbiamo essere chiari, il suprematismo bianco è repellente, questo fanatismo è il contrario di tutto ciò che questo paese rappresenta, non può esserci ambiguità morale".

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E alza la voce anche John McCain: "Non può esserci nessun paragone né equivalenza morale tra razzisti e americani che si alzano in piedi per sfidare l'odio e l'intolleranza. E il presidente degli Stati Uniti dovrebbe dirlo". Secondo il governatore dell'Ohio, già rivale di Trump alle primarie del Gop, John Kasich "non può esserci posto nel partito Repubblicano per il razzismo, l'antisemitismo, l'odio o il nazionalismo bianco". 

E a seguito delle parole di Trump, il presidente del più importante sindacato Usa si è dimesso da consigliere del tycoon. "Non possiamo sedere in un Consiglio con un presidente che tollera il settarismo e il terrorismo nazionale", ha detto Richard Trumka, numero uno del sindacato Afl-Cio. Trumka faceva parte nel consiglio nominato dall'amministrazione Trump che si occupa dei temi industriali ed economici. 

E contro Trump si mobilita anche il mondo dello sport: "Ha fatto tornare di moda l'odio", accusa il campione Usa di basket, LeBron James. "L'odio è sempre esistito in America, lo sappiamo. Ma Trump lo ha fatto tornare di moda", ha twittato il fuoriclasse nero dei Cleveland Cavaliers.