Venerdì 26 Aprile 2024

Cina, scagionato 21 anni dopo l'esecuzione della pena di morte

Il caso di Nie Shubin, morto quando aveva solo 21 anni

La camera della morte

La camera della morte

Pechino, 2 dicembre 2016 - Errare è umano. Ma quando sul piatto c'è una vita, giovane per giunta, diverse riflessioni rimbalzano nella mente. Il caso di Nie Shubin aveva sconvolto la Cina  più di 20 anni fa. 21, per l'esattezza. Così come 21 erano gli anni di questo ragazzo della provincia di Hebei che ai tempi era stato accusato di rapimento e omicidio di una donna. Per lui era stata decretata la pena di morte, condanna eseguita, appunto, nel 1995.  La pena di morte, in quella regione della Cina, viene inflitta tramite iniezione letale oppure fucilazione. Dieci anni dopo un uomo aveva confessato di essere colpevole dell'omicidio per cui il ragazzo era stato condannato. Il caso era stato riaperto.

Venerdì  Nie Shubin è stato scagionato dalle accuse dal secondo tribunale circondariale di Shenyang, sotto la Corte suprema del popolo. Innocente, per quel che conta.  Il caso, già molto discusso e destinato inevitabilmente ad ampliare il dibattito su giustizia, pena capitale e diritti umani, è stato riportato dall'agenzia Nuova Cina, rimbalzando poi sui siti degli altri media ufficiali. Secondo la Corte, il processo che aveva sentenziato la pena di morte per Nie Shubin ai tempi non aveva attenuto "abbastanza prove oggettive". Dubbi erano rimasti, a sentenza emessa, su orari, tempi e arma del delitto. La madre, in base a quanto stabilito dalla Corte, ora potrà chiedere un risarcimento danni al governo di Pechino.