Mercoledì 24 Aprile 2024

Migranti, Msf denuncia: "In Libia stupri e torture, Ue complice"

Lettera aperta ai leader europei: "Sistema criminale di abusi". La replica: "Consapevoli, vogliamo cambiare la situazione"

Joanne Liu, presidente di Medici senza frontiere (afp)

Joanne Liu, presidente di Medici senza frontiere (afp)

Roma, 7 settembre 2017 - Un sistema criminale di abusi, basato su "rapimenti, torture, estorsioni", con persone "trattate come merce da sfruttare". E' quello denunciato da Medici senza frontiere a proposito dei migranti in Libia, in una lettera aperta inviata ai leader Stati membri - tra cui il presidente del consiglio Paolo Gentiloni - e alle istituzioni dell'Unione Europea. L'organizzazione medico-umanitaria accusa i governi europei  di alimentare "il business della sofferenza in Libia". "Il dramma che migranti e rifugiati stanno vivendo in Libia dovrebbe scioccare la coscienza collettiva dei cittadini e dei leader dell'Europa", si legge nella lettera, firmata dalla dottoressa Joanne Liu, presidente internazionale di Msf, e da Loris De Filippi, presidente di Msf in Italia. "Accecati dall'obiettivo di tenere le persone fuori dall'Europa, le politiche e i finanziamenti europei stanno contribuendo a fermare i barconi in partenza dalla Libia, ma in questo modo non fanno che alimentare un sistema criminale di abusi", aggiungono.

VIOLENZE - "La detenzione di migranti e rifugiati in Libia è vergognosa. Dobbiamo avere il coraggio di chiamarla per quello che realmente è: un'attività fiorente che lucra su rapimenti, torture ed estorsioni - continua la lettera aperta -. Le persone sono trattate come merci da sfruttare. Ammassate in stanze buie e sudicie, prive di ventilazione, costrette a vivere una sopra l'altra. Le donne vengono violentate e poi obbligate a chiamare le proprie famiglie e chiedere soldi per essere liberate. La loro disperazione è sconvolgente". Medici senza frontiere spiega di assistere le persone nei centri di detenzione di Tripoli da più di un anno e di aver visto con i proprio occhi "questo schema di detenzione arbitraria, estorsioni, abusi fisici e privazione dei servizi di base che uomini, donne e bambini subiscono in questi centri".

"EUROPA COMPLICE" - Si legge ancora nella lettera: "La riduzione delle partenze dalle coste libiche è stata celebrata come un successo nel prevenire le morti in mare e combattere le reti di trafficanti, ma questa celebrazione è da considerarsi nella migliore delle ipotesi pura ipocrisia o, nella peggiore, cinica complicità con il business criminale che riduce gli esseri umani a mercanzia nelle mani dei trafficanti".

REAZIONI - La risposta dell'Ue alle critiche di Msf arriva da Catherine Ray, portavoce della Commissione. "Siamo coscienti - ha chiarito - delle condizioni inaccettabili, scandalose e inumane" di alcuni migranti in Libia, ma l'Unione Europea lavora per "aiutare le organizzazioni internazionali a proteggere i migranti". "Non siamo ciechi" e "agiamo", ha spiegato la portavoce: "vogliamo cambiare la situazione". L'Ue ha stanziato 142 milioni di euro per assistere organizzazioni internazionali come l'Alto Commissariato per i Rifugiati e l'Organizzazione Internazionale per le Migrazioni in Libia. Inoltre, la Commissione sta creando un "meccanismo di valutazione" per monitorare l'uso dei fondi europei per addestrare la Guardia costiera libica, ha ricordato la portavoce.

Alle accuse di Msf fa eco la commissaria responsabile per il Commercio, Cecilia Malmstrom. Secondo cui la situazione in Libia per i migranti è "atroce". "Ho visitato la Libia, ho visto i centri che non sono centri di accoglienza ma delle prigioni", ha spiegato Malmstrom, che nella passata legislatura era stata commissaria all'Immigrazione. "La situazione anni fa era abominevole e non ho informazioni che la sia migliorata", secondo Malmstrom. La commissaria ha ricordato che l'UE "dà anche molto denaro" alle organizzazioni internazionali come l'Alto commissariato per i rifugiati "per cercare di migliorare le condizioni in Libia".