Giovedì 25 Aprile 2024

Germania, Tar dice no a insegnante in niqab

Respinto il ricorso di una giovane: non potrà insegnare con il velo integrale

Un gruppo si donne con indosso il Niqab (Afp)

Un gruppo si donne con indosso il Niqab (Afp)

Berlino, 22 agosto 2016 - In Germania, a Osnabrueck, il Tar ha respinto il ricorso di un'insegnante tedesca musulmama che voleva tenere le sue lezioni in una scuola serale insossando il niqab. La sentenza arriva in pieno dibattito in Germania sul diritto o meno di portare il burqa, e mentre sulle spiagge della Costa Azzurra diversi comuni tra cui Nizza e Cannes hanno imposto il divieto del burkini, costume da bagno integrale usato da alcune donne musulmane.

Il niqab è il velo islamico che lascia scoperti solo gli occhi. Il tribunale che ha negato alla donna, una giovane di 18 anni originario di uno stato della ex-Jugoslavia, il diritto di usarlo perché, motiva la sentenza, sul diritto di manifestare il proprio credo religioso anche insegnando prevale quello, garantito da un articolo della carta fondamentale tedesca, a un'adeguata istruzione degli alunni, di cui fa parte anche la comunicazione non-verbale del volto. La notizia è stata diffusa dall'agenzia Dpa che cita fonti ufficiali del Tribunale. 

Il dibattito sull'uso del velo islamico da giorni tiene banco in tutta Europa, Germania e Francia in primo luogo, quest'ultima per il divieto dell'uso del burkini sulle spiagge della Costa azzurra. La cancelliera tedesca Angela Merkel i giorni scorsi era intervenuta nel dibattito, definendo il burqa o niqab quale ostacolo all'integrazione delle donne musulmane nella società tedesca. Il giorno dopo gli otto ministri dell'Interno regionali del suo partito cristiano demcoratico e sociale (Cdu-Csu), in una "dichiarazione di Berlino" sulla sicurezza avevano dichiarato che "l'occultamento totale" del volto "inficia la coesione della società" e, "nel servizio pubblico" come scuole, università, tribunali, è "inaccettabile". I ministri hanno chiesto il bando del burqa anche in "controlli dei passaporti", uffici anagrafe, dimostrazioni e "nel traffico stradale" in quanto la visuale ridotta causata della fessura del velo può essere «un pericolo per gli altri". Il ministro dell'Interno federale Thomas de Maiziere ha ricordato che le richieste della dichiarazione di Berlino devono essere tradotte in norme dalle autorità competeneti (ministeri federali e regionali).