Mercoledì 24 Aprile 2024

Petrolio, accordo Opec per taglio produzione. Ecco i dettagli

Riduzione di circa 1,2 milioni di barili al giorno

Un operaio trai barili di petrolio (Ansa)

Un operaio trai barili di petrolio (Ansa)

Roma, 30 novembre 2016 - I Paesi dell'Opec hanno raggiunto un accordo per tagliare la produzione di petrolio a 32,5 milioni di barili al giorno, con una riduzione di circa 1,2 milioni di barili. Ad annunciarlo in una conferenza stampa congiunta i rappresentanti dei Paesi facenti parte del cartello, dopo che le voci si erano susseguite da stamattina. L'intesa è stata trovata durante il vertice in corso a Vienna. La riduzione dei livelli produttivi dei Paesi del cartello partirà a gennaio e nei prossimi giorni si inizierà a lavorare per trovare un'intesa con i Paesi non-Opec.  L'accordo consentirà di di risollevare le quotazioni, che all'inizio dell'anno erano precipitate sotto i 30 dollari al barile a causa dell'eccesso di offerta sul mercato. Esentate dall'intesa Libia, Nigeria e Iran. 

L'ACCORDO -  L'intesa è stata raggiunta dopo mesi di faticose trattative.  A venire ritirati dal mercato saranno in totale 1,8 milioni di barili al giorno in quanto alcuni grandi produttori esterni all'Opec hanno accettato di effettuare una riduzione complessiva di 600 mila barili al giorno, 300 mila dei quali a carico della Russia. I due grandi rivali, Teheran e Riad, sono quindi riusciti a giungere a un compromesso. L'Iran, che non voleva ridurre la produzione in quanto reduce dal ritiro delle sanzioni occidentali, ha accettato di non continuare ad aumentarla e di fissare un tetto a 3,78 milioni di barili al giorno, mentre l'Arabia Saudita si è fatta carico di quasi la metà del taglio totale. Secondo indiscrezioni ancora non confermate, Riad dovrebbe infatti abbassare la produzione a 10,1 milioni di barili dagli attuali 10,6 milioni di barili. L'Iraq, che inizialmente aveva cercato di tirarsi indietro, effettuerebbe invece un taglio da 100 mila barili al giorno, portando l'output a 4,35 milioni di barili al giorno. L'Indonesia, che era stata riaccolta di recente nel cartello, si e' invece autosospesa in quanto, diminuendo la produzione, tornerebbe un importatore netto di idrocarburi. 

BOOM IN BORSA - Sull'onda delle informazioni sull'accordo il prezzo del petrolio si presenta in forte rialzo nei primi scambi a New York: il light crude Wti sale di circa 4 dollari a 49,17 dollari al barile, il Brent di Londra sfonda quota 50 dollari al barile.  Allunga anche la Borsa di Milano che chiude in rialzo del 2,22%. Tra le blue chip di Piazza Affari sugli scudi i titoli oil in scia al balzo del prezzo del greggio con l'intesa raggiunta a Vienna: Saipem +9,61%, Tenaris +6,58%, Eni +3,79%.

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