Giovedì 25 Aprile 2024

Pensioni, 7 miliardi in tre anni. Anticipo gratis fino a 1.500 euro

Salgono il tetto dell'Ape social e lo stanziamento totale. Il cambio non va incontro alla Camusso, ma serve per non perdere il favore di Cisl e Uil

Il calcolo della pensione

Il calcolo della pensione

Roma, 16 ottobre 2016 - Il conto sulle pensioni sale da 6 a 7 miliardi di euro in tre anni. È questo il risultato raggiunto dal pressing notturno dei sindacati sul governo doo la doccia fredda dell’altro giorno. Un risultato che si traduce in una doppia novità per l’Ape social e anche per il pensionamento con 41 anni per i precoci. Da un lato la soglia di reddito per l’assegno anticipato gratuito sale da 1.350 a 1.500 euro lordi, dall’altro si allargano i criteri per identificare le attività gravose per le quali si può fare ricorso alla prestazione-ponte agevolata o, se si è lavoratori precoci, anche al pensionamento anticipato a requisiti ridotti: oltre alle categorie indicate, come operai edili, macchinisti, autisti di mezzi pesanti, infermiere di sala operatoria, maestre d’asilo, entrano in gioco, per esempio, anche gli autisti di messi pesanti con partita Iva (e non solo i dipendenti) e non si esclude (ma questa possibilità sarebbe ancora al vaglio) che l’area delle maestre d’infanzia possa essere estesa anche a quelle della scuola elementare.   Il governo, dunque, soprattutto per impulso del ministro del Lavoro Giuliano Poletti e del sottosegretario alla Presidenza, Tommaso Nannicini, ha deciso di venire incontro al sindacato dopo la rottura dell’altra mattina con la Cgil, ma a questo traguardo ha contribuito più che la volontà di ricucire con la Camusso l’intento di non perdere il favore di Cisl e Uil. Da qui l’apertura notturna con la previsione di un altro miliardo per l’operazione triennale complessiva sulle pensioni: un miliardo e 900 milioni per il 2017, 2 miliardi e 500 milioni per il 2018, 2 miliardi e 600 milioni per il 2019.

Vediamo, allora, che cosa cambia per l’Ape social. Le persone in situazione di difficoltà come disoccupati, disabili e parenti di primo grado e conviventi di disabili, ma anche coloro che sono impegnati in attività gravose con almeno 63 anni di età, potranno contare su un reddito ponte interamente a carico dello Stato per gli anni che mancano al raggiungimento della pensione di vecchiaia. A parte l’allargamento indicato delle categorie con attività gravose, la novità più rilevante è l’innalzamento del tetto massimo di reddito che sarà non più di 1.350 euro lordi, ma di 1.500 (oltre si paga come se si chiedesse un prestito). Non cambia, invece, il requisito dei contributi, come indicato nell’incontro di due giorni fa. Bisognerà avere però almeno 30 anni di contributi se disoccupati o disabili e 36 se si è impegnati in attività faticose (gli ultimi sei accreditati su queste attività). È verosimile, però, che possibili aggiustamenti su questo punto possano arrivare durante l’esame parlamentare della manovra. Poche novità, invece, ci sono da attendere per quanto riguarda l’Ape volontaria e quella aziendale. Ricordiamo che la prima è a pagamento (con un costo del 4,5-4,6% per ogni anno di anticipo) e che la seconda prevede un accordo tra le parti perché l’impresa sostenga i costi attraverso un versamento all’Inps di una contribuzione correlata alla retribuzione percepita prima della cessazione del rapporto di lavoro in modo da produrre un aumento della pensione tale da compensare gli oneri relativi alla concessione dell’Ape. 

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro