Venerdì 26 Aprile 2024

Istat, nel 2065 le donne vivranno fino a 90 anni

Come saremo tra 50 anni? S'innalzerà la vita media, cala la popolazione, ci saranno meno immigrati

Anziani, sesso e amore. Foto generica (Dire)

Anziani, sesso e amore. Foto generica (Dire)

Roma, 26 aprile 2017 - L'Istat in versione fantascientifica ci trasporta di botto nel 2065 e spiega il 'come saremo' in numerosi settori della quotidianità. Con qualche sorpresa. Intanto la vita media si allunga ancora (soprattutto quella delle donne, che arriveranno fino ai 90 anni), poi diminuiranno gli immigrati in Italia, smentendo quindi le previsioni di 'invasione' sbandierate da più d'uno. E infine non dovremo preoccuparci della sovrappopolazione perché anzi tra 50 anni l'Italia sarà meno popolata. Vediamo. 

VITA MEDIA - Si innalza la vita media degli italiani: nel 2065 crescerebbe fino a 86,1 anni per gli uomini e fino a 90,2 anni per le donne. Cionondimeno, la popolazione residente in Italia diminuirà perché le nascite non riusciranno a compensare i decessi: la prospettiva di un pur parziale recupero della fecondità (da 1,34 figli per donna nel 2016 a 1,59 entro il 2065) non basterà a determinare un numero di nati che risulti, anno dopo anno, sufficiente a compensare l'aumentato numero di defunti. 

NASCITE E DECESSI - Nel breve termine le nascite dovrebbero diminuire fino a 458mila unità all'anno entro il 2025 mentre parallelamente i decessi tendono a salire fino a 671mila. Secondo le stime, le nascite si stabilizzano intorno al valore medio annuo di 459mila, con un lieve picco di risalita nel 2035-2039 intorno alle 463mila unità, periodo dopo il quale ridiscenderebbero fino a 449mila entro il 2045. Nello stesso periodo i decessi, sotto la spinta del progressivo invecchiamento della popolazione, continuerebbero a crescere da 671 nel 2025 a 768mila nel 2045. 

Nel lungo termine, infine, le nascite continuerebbero a scendere per poi assestarsi attorno a una media di 422mila annue nel 2055-2065. Per i decessi, invece, continuerebbe a registrarsi una costante crescita fino a un massimo di 852mila unità nel 2058. Dopo tale anno, via via che andranno a estinguersi le generazioni del baby boom nazionale, il numero di decessi diminuirebbe fino a 821mila entro il 2065. 

IMMIGRATI IN CALO -  La quota di immigrati nel nostro paese si manterrà "a lungo" poco sotto il livello delle 300 mila unità annue, per poi gradulamente scendere fino al livello delle 270 mila unità annue entro il 2065, prevede l'Istat. In questo modo, nell'intervallo complessivo fino al 2065 immigreranno complessivamente in Italia 14,4 milioni di individui. Per quanto riguarda gli emigrati dall'Italia, dopo una prima fase di lieve diminuzione, da 157 a 132mila tra il 2016 e il 2035, il numero di coloro che andranno all'estero presentano a loro volta un'evoluzione stabile nel medio e lungo termine, intorno a un valore medio di 130mila unità annue dal 2035 in avanti.  In totale sarebbero 6,7 milioni gli emigrati dall'Italia nell'intero arco di proiezione. L'Istat avverte della "profonda incertezza" riguardo questo tipo di previsioni ma è in grado di affermare che La quota di immigrati dall'estero, ad esempio, avrebbe già entro il 2025 un intervallo di confidenza di ampiezza pari a 144mila unità con limiti inferiore e superiore rispettivamente pari a 227 e 371 mila unità.

Nel medesimo anno si prevede, invece, che il valore atteso delle emigrazioni per l'estero possa ricadere in un intervallo compreso tra 97 e 186mila unità. Continuando di tale passo, si ha una previsione di immigrati compresa tra 133 e 409mila unità entro il 2065, e una di emigrati a sua volta compresa tra 36 e 237mila. La cautela nei confronti di valutazioni così a lungo termine, come quelle rappresentate per il 2065, è d'obbligo, ma esse forniscono indicazioni di interesse primario sul piano delle policy oltre che scientifico.  Le dinamiche migratorie contemplano scenari contrapposti: da un lato un Paese molto attrattivo, con un tasso migratorio netto con l'estero fino al 5,3 per mille annuo (oltre il doppio di quello contemplato nello scenario mediano), dall'altro un Paese che potrebbe radicalmente cambiare la sua natura di accoglienza per tornare a essere, come in passato, un luogo da cui emigrare.

SAREMO DI MENO - Fra 50 anni, anzi meno, l'Italia sarà un paese con sempre meno residenti: se ora siamo 60,7 milioni, nel 2045 passeremo a 58,6 mln e a 53,7 mln nel 2065. La perdita rispetto al 2016 sarebbe di 2,1 milioni di residenti nel 2025 e di 7 milioni nel 2065.  Tenendo conto della variabilità associata agli eventi demografici, la stima della popolazione al 2065 oscilla da un minimo di 46,1 milioni a un massimo di 61,5. La probabilità di un aumento della popolazione al 2065 è pari al 7%.

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