Domenica 19 Maggio 2024
ELENA COMELLI
Economia

Generali compra il 3% di Intesa

Mossa preventiva, temeva l'attacco. Partita a scacchi attorno al Leone

Una immagine simbolica delle Assicurazioni Generali (Ansa)

Una immagine simbolica delle Assicurazioni Generali (Ansa)

Trieste, 24 gennaio 2017 - Mossa a sorpresa delle Generali, che sotto minaccia di un assalto da parte di Intesa Sanpaolo passano dalla parte dell’aggressore e si comprano il 3% di Ca’ de Sass, per un investimento complessivo da 1,21 miliardi. La notizia è arrivata proprio da Trieste, al termine di una seduta al galoppo per l’azione del Leone, che ieri ha guadagnato quasi il 4% (con un picco al 7%) sull’onda delle voci di acquisizione, mentre Intesa Sanpaolo ha perso il 2,91% a Piazza Affari. La nota del Leone non specifica le motivazioni dell’iniziativa, ma sembra chiaro che si tratta di una manovra per difendersi da un possibile attacco di Intesa Sanpaolo, magari in tandem con Allianz. La tattica è simile a quella messa in atto nel 2006, quando la Capitalia di Matteo Arpe salì al 2% di Intesa, per difendersi da una possibile scalata di Ca’ de Sass, bloccando così l’operazione. In base alla legge sulle partecipazioni incrociate, infatti, la prima società che denuncia il possesso di almeno il 2% di una concorrente, ne congela i diritti di voto in caso di acquisto incrociato di azioni. Così ora se Intesa Sanpaolo acquistasse azioni di Generali, i suoi diritti di voto relativi sarebbero sterilizzati. Resta da capire, peraltro, se Intesa abbia o meno già mosso le sue pedine. Finora erano solo circolate voci di un possibile interesse dell’istituto guidato da Carlo Messina a scendere in campo per difendere l’italianità del Leone di Trieste. Voci non confermate e rispetto alle quali la banca aveva opposto una serie di no comment. Il titolo del Leone di Trieste è al centro di speculazioni e voci, che lo identificano in questi giorni come un target di potenziali acquisizioni da parte di colossi esteri, tra cui la francese Axa o la tedesca Allianz, che sarebbero pronte a rilevare parte delle attività del gruppo. Resta da vedere cosa Mediobanca (prima azionista con il 13%), Caltagirone (3,5%) e Del Vecchio (3%) hanno in mente per valorizzare la propria partecipazione.

Le indiscrezioni rilanciate dalla stampa nel week end, inoltre, si accompagnano con una prossima uscita del direttore generale Alberto Minali, ex cfo dell’era di Mario Greco, il quale starebbe per lasciare le deleghe in mano al numero uno del Leone Philippe Donnet, segnando la fine di un’epoca. I primi analisti che hanno commentato l’ipotesi di acquisizione da Intesa Sanpaolo, però, non si mostrano troppo convinti. «L’indiscrezione ci sembra poco verosimile e il piano difficilmente attuabile viste le complessità di integrare due reti completamente diverse, senza considerare eventuali vincoli antitrust», dice Equita Sim.

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