Giovedì 25 Aprile 2024

Def e manovra, più crescita. Allarme Bce sul lavoro

Focus su cuneo fiscale e bonus giovani. Pensioni, muro del governo sul blocco dell'innalzamento dell'età

Il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan (foto Ansa)

Il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan (foto Ansa)

Roma, 21 settembre 2017 - Un po’ di crescita in più, un po’ di deficit in meno da correggere. Il governo metterà domani nero su bianco le cifre macroeconomiche dell’Italia, con la nota di aggiornamento del Def che farà da cornice alla legge di Bilancio da mandare a Bruxelles entro il 20 ottobre. L’aggiornamento delle stime sulla salute del Paese sarà migliorativo ma non cambierà di molto il 'sentiero stretto' che il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, e il premier, Paolo Gentiloni, vanno ribadendo da giorni. Una linea prudente, ribadita nel vertice a palazzo Chigi, per fare il punto prima del consiglio dei ministri di domani. Le cifre. L’asticella del Pil per quest’anno dovrebbe essere portata all’1,5% rispetto all’1,2% stimato ad aprile, la crescita migliorerà anche nel 2018 salendo all’1,3%. Il deficit per il prossimo anno dovrebbe invece alzarsi dall’1,2% all’1,7-1,8% sempre in calo rispetto a quest’anno ma con un aggiustamento più lento grazie allo sconto europeo (circa 8,5 miliardi sulla correzione da fare). In soldoni il nuovo quadro si tradurrà nella possibilità di una manovra più vicina ai 15 miliardi che ai 20. Ci sono infatti ancora 6-7 miliardi di clausole di salvaguardia su Iva e accise da sterilizzare mentre da destinare alle misure pro-crescita resterebbero al massimo 6-7 miliardi.  Il focus sarà l’intervento sul cuneo fiscale (costo del lavoro) per i giovani e il rafforzamento delle misure di Industria 4.0. Per gli under 29 il governo sta studiando una decontribuzione al 50% per tre anni con l’ipotesi di consentire l’applicazione del bonus anche ai giovani più anziani se l’assunzione a tempo indeterminato segue un contratto di apprendistato. Escamotage che permetterebbe di superare i paletti europei sull’età. Per quanto riguarda le imprese, verranno prorogati iper e super ammortamento, magari con aliquote riviste al ribasso, ma arriveranno nuovi sconti per la formazione digitale dei dipendenti.  Non ci sarà invece trippa per gatti, fanno sapere dal governo, "per tutte le richieste aggiuntive in tema di pensioni". Il riferimento è alle pressioni dei sindacati e della sinistra (i cui voti sono fondamentali per approvare la nota di aggiornamento del Def al senato) in tema di blocco dell’innalzamento dell’età pensionabile. Niet per ora anche alla proposta di uscite anticipate da uno a tre anni per le madri lavoratrici. "Meglio piuttosto rafforzare il sistema di welfare", ha tagliato corto il consigliere economico di palazzo Chigi, Luigi Marattin. In ogni caso, anche per quanto già messo in preventico ci sono ancora miliardi di coperture ballerine.

"Disoccupazione in calo, ma non significativo"

Quella di una crescita senza occupazione resta, infatti, il cruccio principale. A girare il dito nella piaga è arrivato ieri anche la Bce sottolineando che in Italia il tasso di disoccupazione è in calo ma non può essere definito un calo "significativo".  Spagna, Portogallo, Irlanda, Cipro e Slovacchia fanno meglio di noi, per dire. E se guardiamo ad Eurolandia, balza all’occhio anche come la crescita viaggi più in fretta rispetto a noi: 2,2% contro il nostro 1,5%. Insomma, l’ingranaggio non gira ancora come dovrebbe. E bisogna sbrigarsi a ripararlo perché la finestra positiva con la politica espansiva della Bce si sta chiudendo: la Fed ha già iniziato a ridurre il quantitative easing (maxi acquisti di titoli, anche pubblici) e lo stesso inizierà a fare anche Mario Draghi. In modo graduale, certo. Ma il nostro debito pubblico dovrà iniziare a fare i conti con un ‘acquirente’ in meno. Ed è anche questo uno dei motivi del 'sentiero stretto' dei conti pubblici.

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