Giovedì 9 Maggio 2024

Droga low cost, "Provoca danni irreversibili al cervello"

Intervista di Alessandro Malpelo al neurologo Giovanni Meola, professore all'Università di Milano

Il neurologo Giovanni Meola presidente della Fondazione Malattie Miotoniche.

Il neurologo Giovanni Meola presidente della Fondazione Malattie Miotoniche.

Milano, 28 luglio 2015 - Come una bomba a orologeria, la miscela di cannabis e oppioidi "manda in tilt il sistema nervoso" e provoca "danni irreversibili anche a distanza di mesi". Il neurologo Giovanni Meola, professore all’Università di Milano e primario al Policlinico San Donato, non usa mezzi termini.

Si dice che la droga low cost frigge il cervello, come agisce?

"L’effetto devastante è dovuto a un crescendo di stimoli. Inizialmente c’è un senso di benessere, si perde la sensazione del tempo. Subentra poi il disorientamento, i ragazzi inciampano, perdono la memoria a breve, barcollano come ubriachi. Tutti effetti a carico dei recettori del cervello".

Questi mix di sostanze hanno conseguenze imprevedibili, per quale motivo?

"Perché spesso si ignorano assortimento e dosi che compongono il cocktail. La cannabis ad esempio, come principio attivo è pure un medicinale utile. Diventa dannosa quando entra in miscele fuori controllo con gli oppiacei. Vediamo al pronto soccorso persone confuse, allucinate, che perdono la percezione della realtà".

Come vengono curati?

"Per le forme acute abbiamo un antidoto come il naloxone, con effetto immediato. Ma il problema è quello che può accadere anche a distanza di mesi".

A quali pericoli allude?

"Mi riferisco ai cosiddetti effetti additivi, perdita di equilibrio per compromissione del cervelletto, funzioni vitali alterate, paralisi che simulano una sclerosi multipla o dolori muscolari lancinanti. Spesso i danni sono a carico del sistema circolatorio".

Queste malattie hanno un nome?

"Mieliti, arteriti, nevriti".

E non si possono curare?

"Parliamo di danni irreversibili al tessuto nervoso".

Amnèsia, viaggio senza ritorno?

"Purtroppo. Abbiamo avuto soggetti che si erano disintossicati da anni perdere l’uso delle gambe. E ne vediamo altri, dopo uno sballo occasionale, faticare a tornare alla lucidità, tormentati da ansie, nevrosi e patologie psichiatriche. Abbiamo avuto anche sportivi che non riescono più a correre per infiammazioni delle fibre nervose e muscolari. Occorre stare attenti".

Alessandro Malpelo, QN Quotidiano Nazionale