Lunedì 20 Maggio 2024
LORENZO GUADAGNUCCI
Magazine

Il Vangelo? Quasi uno sconosciuto. Tutti ce l’hanno, pochi lo leggono

In 7 case su 10. Metà degli italiani ignora quanti siano gli evangelisti

Firenze, gli affreschi della cappella del Podestà (Ansa)

Firenze, gli affreschi della cappella del Podestà (Ansa)

L’ITALIA sarà anche un “Paese cattolico”, o meglio “a grande tradizione cattolica”, ma gli italiani sembrano avere poca dimestichezza con i testi religiosi e in particolare con il Vangelo. Lo rivela un’indagine condotta dal Censis – “Il Vangelo degli italiani” – che conferma una vasta diffusione del volume (sette italiani su dieci ne hanno una copia in casa) ma pochi lo leggono. Oltre la metà di chi ne possiede una copia, non lo apre mai; solo l’11% dice di leggerlo spesso e il restante 37% dichiara di consultarlo «a volte». L’indagine del Censis è stata illustrata ieri in occasione della presentazione di un’edizione di pregio e a tiratura limitata del Vangelo a cura della casa editrice Utet, a conclusione del Giubileo della Misericordia.   IL VANGELO ha cambiato la storia per i cristiani ma in ogni caso è un testo di una certa importanza anche per chi non crede. Basti pensare quante frasi sono entrate nel linguaggio comune, da «porgere l’altra guancia» a «scagliare la prima pietra», da «gettare le perle ai porci» a «seminare zizzania». Eppure il rapporto con il libro che narra la vita e l’annuncio di Gesù Cristo è contraddittorio. Molti lo possiedono ma in pochi lo sfogliano. Tra coloro che possiedono una copia del Vangelo – secondo la ricerca del Censis – la maggior parte sono giovani dai 18 ai 24 anni (e forse è il dono della prima comunione conservato nello scaffale), seguono gli anziani. Solo il 20% degli italiani, poi, sa citare a memoria un passo del Vangelo. La frase più ricordata è una delle beatitudini: «Beati i poveri in spirito perché di essi è il regno dei cieli», seguita dal comandamento «ama il prossimo tuo come te stesso». Del Vangelo, spiegano i ricercatori del Censis, si ha quindi una visione tendenzialmente «solare e misericordiosa», confermata anche dalle altre citazioni emerse con la ricerca, come «Lasciate i bambini, non impedite che vengano da me, perché il regno dei cieli è per chi assomiglia a loro» (citata dal 9,5% degli intervistati capaci di recitare un passo a memoria). D’altronde il 46% degli italiani non sa che i Vangeli sono quattro (si dava per scontato che si intendessero i “vangeli canonici”) e il 13,4% non conosce il nome di nessun evangelista o – una piccola quota – indica nomi di apostoli le cui scritture sono categorizzate fra quelle aprocrife (Tommaso o Giuda).    IMPREPARATI sul Vangelo, gli italiani sembrano più a proprio agio con le preghiere, in particolare con l’Ave Maria: il 78% degli intervistati ha mostrato di sapere che il testo della preghiera, così come lo conosciamo, non è nelle Scritture. Emerge poi che nonostante la poca dimestichezza con il testo, il Vangelo è comunque considerato una parte essenziale del nostro patrimonio culturale (secondo il 48,1% degli intervistati); addirittura il 61,7% ritiene che i valori del Vangelo siano fondamentali per tutti, anche per i non credenti, mentre il 22,6% mantiene un punto di vista strettamente laico, affermando che i valori del Vangelo sono una questione che riguarda esclusivamente i credenti.. 

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